«Sono contento e sorpreso di ricevere questo riconoscimento: è un grande onore». È Alexander Polyakov, 67 anni, il vincitore del Fundamental Physics Prize, il premio più importante nel settore della scienza: tre milioni di dollari e un trofeo disegnato dal celebre artista danese Olafur Eliasson. «Spero che il mio successo possa aiutare ad attrarre più persone nel campo della fisica e a stimolare innovazione e ricerca in tutto il pianeta», ha commentato lo scienziato.

La premiazione si è svolta il 20 marzo a Ginevra, dopo una selezione tra i sette vincitori del Physics Frontiers Prize, assegnato lo scorso dicembre. Alla cerimonia ha preso parte anche Morgan Freeman, noto attore e regista statunitense appassionato di scienza. La serata ha inoltre celebrato altri 15 eminenti studiosi, tra i quali Stephen Hawking e gli scienziati del CERN, per l’impegno decennale nella scoperta del bosone di Higgs, teorizzato nel lontano 1964 e finalmente osservato – con ogni probabilità – nell’anno 2012.

Tra gli studiosi premiati, ci sono anche due italiani: Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, entrambi proprio del Cern e impegnati nella scoperta del bosone di Higgs. Un terzo, il ricercatore Davide Gaiotto, è invece tra i vincitore del premio Nuovi Orizzonti destinato ai giovani.

«È quasi imbarazzante essere circondati da così tanti cervelli», ha confessato Yuri Milner, imprenditore russo istitutore del premio. «Il Fundamental Physics Prize celebra la possibilità che ha l’uomo di dare una risposta ai più profondi quesiti dell’universo», ha spiegato. «Sono emozionato», ha proseguito, «per la promessa di future scoperte rappresentata da questi scienziati».

Nato a Mosca nel 1945, a quattro mesi dall’offensiva di Praga, Polyakov è fisico teorico alla Princeton University, una delle università più prestigiose del mondo. È arrivato negli Stati Uniti dopo anni di insegnamento all’Istituto Landau dell’Accademia Russa delle Scienze. Il traguardo appena raggiunto – spiega un comunicato ufficiale – premia le sue numerose scoperte «nella teoria dei campi e nella teoria delle stringhe» . «Mi voglio congratulare», ha aggiunto Nima Arkani-Hamed, membro del Comitato di selezione, «perché questo successo segna il culmine di anni di un attento lavoro che sta schiudendo i segreti dell’universo».

Giulia Carrarini