«Lavorare bene con il paziente significa farlo guarire prima senza spendere soldi per una sanità malata».
A dirlo a margine del convegno “Uniti per i pazienti” è Gabriella Pravettoni, docente di Psicologia cognitiva e delle Decisioni alla Statale di Milano. Organizzatrice del convegno che celebra i 90 anni dell’Università e i 20 dell’Istituto Europeo di Oncologia, la professoressa spiega che la chiave è il cosiddetto “patient empowerment”: dare maggiore potere al paziente, valorizzare le sue risorse psicologiche e sociali nella gestione della malattia e del percorso di cura. Una medicina personalizzata che mette al primo posto la personalità dell’individuo, i suoi valori e le sue aspettative. Il Dna non è tutto. RIVEDI QUI LA DIRETTA DELL’EVENTO

Gabriella Pravettoni mette in pratica tutto questo con iniziative come “I manage cancer”. Il progetto, che ha ottenuto il finanziamento europeo, crea strumenti per aiutare il paziente a relazionarsi con i medici. Uno di questi è il questionario Alga. Una serie di domande scritte – disponibili in sette lingue – cui il paziente risponde in sala di attesa. E che servono a identificare cinque parole chiave, che l’oncologo legge prima della visita, per iniziare da subito cure quanto più personalizzate. Ma “I manage cancer” prevede anche un’applicazione in stile social network, per permettere ai pazienti di incontrarsi e supportarsi a vicenda, guidati da un medico.

Articolo di Livia Liberatore. Intervista a cura di Chiara Severgnini. Foto di Diana Cavalcoli e Matteo Furcas


YouTube Direkt