Non è ancora un si, diciamo un forse. Con emoji di fuocherelli, strette di mano e cuoricini, il 28 maggio Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha annunciato al mondo un accordo con Elon Musk. L’inizio di una nuova relazione tra due giganti del mondo tech. Ma dopo dopo poche ore un post del patron di X ha smentito che la firma sia già avvenuta.
L’accordo – L’annuncio è arrivato sia sul canale Telegram ufficiale di Durov (11 milioni di iscritti) sia sul suo profilo X (2,6 milioni di iscritti). L’accordo prevede di fornire agli utenti di Telegram, entro questa estate, tutte le funzionalità di Grok. Si tratta del chatbot di intelligenza artificiale generativa sviluppato da xAI di Elon Musk e poi integrato su X.
? This summer, Telegram users will gain access to the best AI technology on the market. @elonmusk and I have agreed to a 1-year partnership to bring xAI’s @grok to our billion+ users and integrate it across all Telegram apps ?
? This also strengthens Telegram’s financial… pic.twitter.com/ZPK550AyRV
— Pavel Durov (@durov) May 28, 2025
«Quest’estate gli utenti di Telegram avranno accesso alla migliore tecnologia AI del mercato», ha commentato Durov, per poi spiegare che la partnership durerà un anno e prevede l’ingresso nelle tasche dell’azienda di 300 milioni di dollari in contanti e azioni di xAI. Nel contratto inoltre si stabilisce che Durov debba ricevere «oltre il 50% delle entrate derivanti da abbonamenti a xAI venduti tramite Telegram». A coronare il messaggio anche un video che mostra in anticipo alcune delle funzionalità dell’integrazione. Tra le tante novità una chat di dialogo con l’intelligenza artificiale ma anche la possibilità di porre domande nella barra di ricerca. A cascata poi altre opportunità: riassumere un documento o scriverne uno ex novo, così come generare immagini da zero. A incuriosire è però anche l’ipotesi che nelle chat di gruppo si potranno moderare i contenuti e che sui canali saranno disponibili funzionalità di fact-checking.
Un sogno per tanti utenti che però sembra già traballare. Sono bastate poche ore e Musk ha dichiarato con un post su X che «nessun contratto è stato firmato». Durov ha dato ragione al miliardario sudafricano sottolineando che l’accordo è stato «concordato in linea di principio», in attesa solo delle formalità.
I vantaggi – Chi godrà più di tutti di questo accordo è Durov, contribuendo a rafforzare la posizione di Telegram già in forte crescita. Il social di messaggistica, fondato nel 2013, dall’imprenditore russo e suo fratello Nikolaj, ha oggi un patrimonio stimato di 15,5 miliardi e nel 2025 ha superato il miliardo di utenti iscritti. Una crescita visibile di anno in anno dato che nel 2023 il fatturato fu di 343 milioni di dollari mentre quello del 2024 è arrivato a 1,4 miliardi. Se a questi risultati si aggiunge anche l’integrazione di una delle migliori AI sul mercato, allora i numeri non possono che crescere. In particolare, l’accordo renderebbe Telegram realmente competitivo nei confronti dell’eterno rivale WhatsApp e del proprietario Mark Zuckerberg. Il creatore di Meta e Facebook, sta infatti faticando nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiali alternativi e, secondo Durov, «è solo un’annacquata imitazione e ha fallito perdendo la propria indipendenza». Come scritto proprio dal russo nel proprio gruppo Telegram.
Per quanto riguarda Elon Musk, i vantaggi arrivano anche in casa xAI. Fondata nel 2023 l’azienda è valutata 80 miliardi di dollari e, dopo essersi fusa con X nel marzo 2025, ha fatto di Grok il proprio prodotto di punta. Questa partnership con Durov sarebbe la prima grande espansione al di fuori del mondo di Musk. Inoltre, si avrebbe così accesso ad una base di utenti enorme e quindi a nuovi e preziosi dati per l’addestramento dei modelli di AI.
Controversie – Grande fermento, ma Durov twitta e festeggia dalla Francia, paese da cui non può uscire senza permesso dopo l’arresto nell’agosto 2024. Parigi infatti ha indagato il magnate per aver permesso, si presume, attività criminali sulla propria app. Tra queste pedopornografia, pornografia illegale, truffe e traffico di sostanze stupefacenti. Il miliardario può solo uscire in libertà condizionale e deve presentarsi in una centrale di polizia due volte a settimana. Un privilegio ottenuto dopo aver pagato 5 milioni di euro di cauzione. A queste controversie si aggiungono i timori degli utenti per la privacy dei dati che saranno esposti alle interazioni con il chatbot. Durov però ha già tranquillizzato i suoi fedelissimi dicendo che xAI potrà accedere solo alle informazioni condivise esplicitamente, come già accade con WhatsApp.
Anche Grok di Musk però non si è salvato ultimamente dalle critiche, in particolare sul tema affidabilità delle informazioni. Molti utenti hanno segnalato la tendenza del chatbot di diffondere, senza richiesta, teorie complottiste. In questo caso il chatbot era appassionato di “genocidio bianco“, ovvero quella teoria secondo cui in Sudafrica, paese di nascita del tycoon, sarebbe in corso dal 1994 l’uccisione sistematica degli afrikaner, ex coloni bianchi. Grok è stato interrogato ad esempio sullo stipendio di un giocatore professionista di baseball e la risposta è stata “genocidio bianco”. Oppure: “come va il mercato azionario dopo il crollo dei bitcoin?” risposta: “il genocidio bianco”. Una tendenza poi corretta ma che ha fatto sorgere negli utenti, oltre che qualche sorriso, più di qualche dubbio sull’affidabilità del sistema.