Horizon2020a

L’Europa amplia gli orizzonti della sua ricerca per i prossimi sette anni. Lo fa con Horizon 2020, il nuovo programma quadro di finanziamento alla ricerca e al trasferimento tecnologico ideato dall’Unione europea. Un’occasione di crescita per l’economia e per il sistema di ricerca nazionale, il cui potenziale verrà spiegato nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano il 4 dicembre (dalle 9.30 in via Festa del Perdono, 7).

A cavallo tra le politiche per l’innovazione e quelle per la coesione, la Commissione ha scelto di ripartire dalla scienza, aumentando la dotazione da 52 a 70 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. La via maestra è quella della “crescita intelligente”, che passa per l’innovazione e la conoscenza. Ormai un mantra dell’Ue a partire dalla strategia di Lisbona del 2000, che prosegue oggi con Europa2020 e i suoi cinque obiettivi: l’innalzamento dell’occupazione al 75 per cento del tasso di occupazione, l’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3 per cento del Pil dell’Ue, la lotta ai cambiamenti climatici e la promozione della sostenibilità energetica, la riduzione dei tassi di abbandono scolastico e la crescita nell’istruzione universitaria, la lotta alla povertà e all’emarginazione.

Un progetto ambizioso, di cui Horizon 2020 costituisce un braccio operativo, e soprattutto un motore economico a 800 cavalli. Con una struttura a tre pilastri – schema amatissimo dai tecnocrati di Bruxelles – il programma, che sostituisce il 7° Programma quadro si fonda su Eccellenza, promuovendo la formazione e la mobilità, la ricerca di frontiera, le infrastrutture di ricerca, Competitività, con partenariati pubblico-privati, portando l’innovazione nelle piccole e medie imprese, lanciando appalti pre-commerciali, Sfide sociali, cercando di rispondere a questioni che vanno dalla salute e benessere alla sicurezza alimentare, dai trasporti all’agenda digitale.

Se per l’apertura dei primi bandi si dovrà attendere l’11 dicembre prossimo e per i programmi definitivi l’1 gennaio 2014, la Commissione ha già offerto alcune prospettive agli scienziati ed innovatori europei nel sito dedicato (http://ec.europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm?pg=h2020-documents). Una babele che rischia di confondere. Tuttavia, dati alla mano, gli italiani risultano al quarto posto per i progetti conseguiti e i finanziamenti attribuiti durante il precedente settennato 2007-2013.

Per registrarsi al workshop “Aspettando Horizon 2020”, il form di adesione è al sito web http://users2.unimi.it/iscrizione-online/wp/

Silvia Ricciardi