“Gli arcobaleni d’altri mondi hanno colori che non so, lungo i ruscelli d’altri mondi nascono fiori che non ho”. E chi l’avrebbe mai detto che gli scienziati di Harvard avrebbero parafrasato questi versi che Fabrizio De André cantava nel 1968. Perché gli astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics  ci confermano che mondi a noi sconosciuti, ma abitabili, sono molto più vicino di quanto pensassimo.

I pianeti simili alla Terra sono nostri dirimpettai, secondo gli studi condotti a Boston. E la scienziata Coutney Dressing, alla conferenza stampa in cui ha presentato i risultati della ricerca, commenta: “Pensavamo di dover cercare su vaste distanze per trovare un pianeta simile alla Terra. Ora realizziamo che un’altra Terra è probabile nel nostro cortile, in attesa di essere scoperta”.

Usando  l’immensa mole di dati del telescopio della NASA Keplero, inviato nello spazio nel 2009, gli astronomi statunitensi  hanno scoperto che gravitano attorno alle nane rosse, stelle molto più piccole e fredde del sole, numerosi pianeti. E il più vicino a noi potrebbe trovarsi a “soli” 13 anni luce di distanza dalla Terra.

Anche se queste stelle minori non sono visibili ad occhio nudo, il nostro Sole ne è letteralmente circondato. Per identificare le nane rosse, i ricercatori hanno analizzato il catalogo di 158000 stelle realizzato attraverso la sonda Keplero. E hanno scoperto che la maggior parte delle stelle che costellano la via Lattea sono nane rosse. Courtney Dressing, a capo della ricerca, ha identificato 95 candidati pianeti di cui solo tre sono simili alla Terra e presentano le condizioni favorevoli per ospitare forme di vita. Questo significa che il 6% di tutte le nane rosse dovrebbe avere un pianeta simile al nostro. L’orbita di questi mondi è più vicina alla loro stella, ma secondo gli scienziati “non c’è bisogno di un clone della Terra per avere la vita”. Riusciremo finalmente a scoprire i colori degli arcobaleni di altri mondi?

Silvia Ricciardi