bigbang-immagine-di-anateprimaDall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, dalla materia oscura al bosone di Higgs. La scienza ha raggiunto e continua a perseguire obiettivi forse inimmaginabili sino a pochi decenni fa. Dopo cinque anni di annunci, un altro tassello si aggiunge oggi alle grandi scoperte dell’astrofisica degli ultimi anni. L’università di Harvard ha, infatti, annunciato l’osservazione dei primi “tremori” del Big Bang, come è conosciuta la grande esplosione che ha dato origine all’universo, nella cosiddetta “fase di inflazione”.

La conferma “sperimentale” di questa previsione teorica è basata sui dati dell’esperimento Bicep 2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization): con un telescopio dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics localizzato al Polo Sud si è trovata traccia di onde gravitazionali nella radiazione di fondo cosmico, il residuo della grande esplosione iniziale. Un grande risultato per la cosmologia contemporanea che, se venisse confermato da altre osservazioni e misure, aprirebbe strade sinora insperate nella ricerca, come spiega Sara Ricciardi, ricercatrice dell’Inaf-Iasf di Bologna, l’Istituto nazionale di astrofisica spaziale.

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