Una pagina del Manoscritto di Voynich

Il segreto del libro più misterioso al mondo potrebbe essere svelato. Il manoscritto di Voynich, un volume antico, dal contenuto alchemico e indecifrabile, non sarebbe un falso come si è pensato per anni. Il libro, che per oltre un secolo ha eluso la comprensione di linguisti, crittografi, esperti di codici e di matematica sarebbe scritto in un codice destinato ad iniziati, «basato sullo schema di reiterazione delle parole in relazione agli argomenti trattati». Ad affermarlo è una ricerca pubblicata su Plos One, rivista di informazione e revisione scientifica.

Si tratta di un piccolo volume, di appena 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Composto da duecentoquattro pagine scritte a mano, in un alfabeto sconosciuto e unico, denso di disegni di piante, fino ad ora mai rinvenute nella realtà, e poi mappe astronomiche, cerchi esoterici e figure femminili in qualche modo impegnate o collegate con l’acqua, tra bagni e mescite. Risalirebbe al principio del XV secolo. La datazione al radiocarbonio ha stabilito che dovrebbe essere stato redatto tra il 1404 e 1438. Ma la sua storia nota è iniziata nel 1912, quando un libraio specializzato in antichità, Wilfrid Voynich appunto, lo acquistò in Italia, a Frascati, dal collegio dei gesuiti di Villa Mondragone, che lo vendeva per fare cassa, assieme ad altre antiche pubblicazioni.

Del volume si sa che ha sempre rappresentato un enigma e sarebbe stato mandato in Italia per essere decrittato da Rodolfo II di Boemia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1576 al 1612, che l’aveva acquistato per una cifra elevata, credendolo opera dell’alchimista e filosofo Ruggero Bacone.

Nessuno però, in tempi antichi e moderni, è mai riuscito a capirne il significato, nemmeno gli esperti di cifratura che sbloccarono codici militari durante la Seconda guerra mondiale. Il volume, conservato oggi presso la Biblioteca dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, è stato quindi considerato da molti un falso, senza alcun significato.

«Il testo rappresenta un unicum non ci sono lavori assimilabili e ogni tentativo di decifrarlo è fallito. – Afferma Marcello Montemurro, fisico teorico presso l’Università di Manchester. – Ma considerarlo privo di senso non è la soluzione, perché il volume mostra una struttura lessicale articolata». Nella sua ricerca, appena pubblicata, il professore sostiene di aver individuato alcune fondamentali caratteristiche all’interno del testo ricorrendo ad una metodo statistico di analisi computerizzata, già utilizzato altre volte nell’ambito delle ricerche linguistiche. Avrebbe così identificato alcuni modelli ricorrenti nella disposizione delle parole, che sarebbero distribuite secondo dei parametri riscontrabili nelle lingue comunemente diffuse. Una struttura lessicale articolata che sarebbe prova di un messaggio autentico nascosto tra le parole.

Un passo in avanti in un mistero che non smette di emozionare studiosi e scienziati. Ma le perplessità restano, perché i risultati sono ancora ben distanti dalla decifrazione del significato del manoscritto.

Gabriele Principato