A Roma si è svolta il 25 novembre l'internet governance forum Italia 2014

A Roma si è svolta il 25 novembre l’internet governance forum Italia 2014

«Internet è uno dei tanti mezzi, ma rappresenta qualcosa di unico. Proprio per questo credo sia utile che il Parlamento se ne occupi: è uno strumento di partecipazione e si pone il problema di regolamentarlo. Perché è evidente che la mancanza di principi e di riferimento non equivale alla libertà». Così il 25 novembre 2014 il presidente alla camera Laura Boldrini ha aperto l’Internet governance forum Italia 2014, promosso dalla Internet Society Italia. Obiettivo dell’incontro: trovare il fatidico equilibrio tra regole e diritti online.

Il tema era già entrato in parlamento il 18 novembre all’interno del dibattito sulla legge di stabilità. Sel aveva riproposto l’introduzione della cosiddetta “web tax” per il commercio elettronico, ma la modifica è stata bocciata. Avrebbe sostituito la “Google tax”, quella che il governo Renzi ha eliminato con uno dei suoi primi atti. «Avevo presentato un emendamento per trattenere in Italia le tasse sul fatturato realizzato qui dalle grandi agenzie del web, Google e Facebook sopra tutte», dice Giovanni Paglia, parlamentare di Sel. «Non sarebbe più semplice e più equo far pagare le imposte ai giganti del web? C’è ancora chi si ostina a considerare la web tax una nuova tassa, ma si tratta solo di far pagare un’imposta indiretta a tutte quelle aziende che si ostinano a eludere il fisco italiano».

All’Internet Governance forum anche la bozza, disponibile online, della dichiarazione dei diritti in internet. Fondamentale l’articolo tre, che schiera l’Italia a favore della net neutrality e garantisce la democrazia nell’accesso a internet, obbligando i fornitori di banca larga e via cavo a trattare il traffico online tutto allo stesso modo. «La neutralità della Rete, fissa e mobile, e il diritto di accesso sono condizioni necessarie per l’effettività dei diritti fondamentali della persona», recita l’articolo.

Michela Rovelli