Studiare il Dna dei koala per salvarli dall’estinzione. È questo l’obiettivo della squadra di ricercatori dell’Università di Tecnologia del Queensland, in Australia, e del museo di scienza locale. Mappare il genoma dovrebbe garantire migliori trattamenti contro le malattie, ancora misteriose, che minacciano la scomparsa dell’orsetto marsupiale simbolo del Paese.
Dopo sei mesi di lavoro, gli scienziati hanno ha già individuato 12 mila dei 20 mila geni che compongono il Dna dei koala. «Finora molto poco si sapeva del sistema immunitario di questo animale», ha detto all’emittente radio Abc il microbiologo Peter Timms dell’Università di Tecnologia del Queensland. «Abbiamo già svelato molti dei suoi segreti, che ci consentiranno di diagnosticare e trattare le due maggiori malattie che lo minacciano e quindi sviluppare dei vaccini».
Le due principali patologie che affliggono i koala sono la clamidia, che si trasmette sessualmente causando infecondità e cecità fino a portarli alla morte, e i tumori, in particolare quelli dovuti a un retrovirus che si integra con il Dna dell’animale.
I dati raccolti permetteranno inoltre di studiare la distribuzione delle malattie sul territorio australiano, cioè di capire perché, per esempio, la popolazione dei koala è devastata dalla diffusione della clamidia negli stati del Queensland e del Nuovo Galles del Sud mentre nel Victoria gli animali non ne sono praticamente toccati.
Il prossimo passo della ricerca è spiegato chiaramente da Peter Timms: «Grazie alla sequenza del genoma potremo misurare la risposta immunitaria ai vaccini correnti e adattarli».
Giorgia Wizemann