gas serraPer la prima volta in quarant’anni l’emissione di anidride carbonica nel mondo, nel 2014, è rimasta allo stesso livello dell’anno precedente. Lo ha annunciato il 16 marzo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), l’organizzazione internazionale nata nel 1974 dall’Ocse.

Un risultato reso possibile grazie alle scelte energetiche che ha fatto la Cina nel 2014: il colosso orientale ha infatti rinunciato alla combustione di carbone in favore di un maggiore impiego di energia prodotta con fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, il solare e l’eolico. Una scelta che rientra pienamente nell’obiettivo di riuscire a scorporare la crescita economica dalle emissioni di gas serra.

Eppure la Cina non ha bloccato la sua corsa economica: la crescita cinese si è mantenuta sul 6-7 percento a livello annuo. Quello che nel 2014 è crollato – del 2,9 percento – è il consumo di carbon fossile, facendo così diminuire lo scarico di anidride carbonica nell’aria dello 0,8 percento. Numeri importanti considerando che la Cina è da sempre vista come il Paese che più inquina al mondo, con una percentuale pari al 23,43% secondo German Watch. Un risultato che sembra essere sostenuto anche politicamente dallo stesso premier cinese Li Keqiang che, chiudendo qualche giorno fa il congresso annuale del partito comunista, dichiarava che “il governo è determinato a combattere lo smog” e ammetteva che “i progressi che abbiamo fatto finora sono troppo limitati rispetto alle attese dei cittadini”. Inoltre, il premier orientale ha promesso “pene più severe agli inquinatori”. Ed ecco che, dopo il traguardo raggiunto dello 0,8 percento, ora la Cina punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 3,1% nel 2015.

Secondo la IEA, questo stallo nelle emissioni è dovuto ai nuovi accordi firmati tra la Cina e i paesi dell’Ocse: a dicembre 2014, infatti, alla conferenza sul clima in corso a Lima, i Paesi hanno stabilito che entro ottobre 2015 presenteranno impegni “quantificabili” ed “equi” di riduzione delle emissioni. A novembre, invece, c’era stato l’accordo storico tra Usa e Cina, in cui l’amministrazione americana si era impegnata a ridurre le emissioni del 25-28 % entro il 2025, sulla base dei dati fissati nel 2005, mentre la Cina si era impegnata a fermarne l’aumento entro il 2030. Un obiettivo che ora sembra meno lontano.

Chiara Baldi