La stazione spaziale russa Mir

La stazione spaziale russa Mir

Un peso massimo di 250 tonnellate, alta come un palazzo di quindici piani, con un equipaggio fisso di tre persone. Prima della Stazione Spaziale Internazionale, la Mir è stato il più grande oggetto orbitante della storia e anche il più longevo: è rimasta in orbita per 15 anni, dal 20 febbraio 1986 al 23 aprile del 2001 (quando venne fatta precipitare nell’Oceano Pacifico). È stata abitata senza interruzioni fino al 2000.

Lo spazio come simbolo della fine della Guerra fredda
Sono passati 28 anni dalla sua messa in orbita e, nella sua lunga vita, non solo ha accompagnato i progressi nell’esplorazione spaziale, è stata anche simbolo dell’integrazione: ha ospitato astronauti provenienti da 12 nazioni diverse.

È stata dismessa 5 mesi prima di un’altra data storica, quell’11 settembre 2001 che ha segnato una nuova chiusura nei rapporti internazionali. Gli Stati Uniti non riuscirono a costruire un’alternativa valida: il progetto Nasa Skylab del 1979, ebbe subito grandi problemi e rientrò sulla Terra tre anni dopo. Il successo della Mir è stato preceduto da una delle più grandi tragedie dello spazio: tre settimane prima esplose in decollo lo Shuttle Changeller, morirono 7 persone.

Una stazione abitabile, modulare come i Lego
La Mir è stata pensata per essere sempre abitabile. In russo il suo nome significa sia “mondo” sia “pace” e in un certo senso ha preceduto il disgelo dei rapporti tra Russia e Stati Uniti. Nel corso degli anni Novanta, gli americani hanno utilizzato sempre più spesso la stazione sovietica, alimentata con grandi pannelli solari e composta da tanti moduli sostituibili. I sistemi di controllo, i motori e i computer di bordo sono su un’unità sferica, alla quale sono stati aggiunti, anno dopo anno, altri componenti: il Kvant-1 conteneva un telescopio, il Kristall, laboratori per esperimenti biotecnologici a gravità zero, lo Spektr serviva per l’osservazione ambientale della Terra. Fu costruita dalla Nasa, ed è il primo risultato della collaborazione delle due superpontenze.

Oltre a laboratori e telescopi aveva una cucina e cabine per l’equipaggio e una palestra. Nello spazio è necessario allenarsi. Sulla stazione russa le permanenze erano lunghe: il record  è stato 439 giorni (del russo Valeri Polyakov) e la vita a gravità zero provoca atrofia muscolare. Ma non solo. Le conseguenze per gli astronauti sono stati scoperti proprio grazie alla Mir: sono problemi cardiovascolari, deteroriamento dello scheletro e indebolimento del sistema immunitario.

La Mir era anche una sorta stazione di servizio dello spazio, dove navi americane, russe e giapponesi si fermavano per fare rifornimento. A partire dagli anni Novanta la manutenzione divenne sempre più costosa. In principio la Russia chiese il contributo economico diretto degli Stati Uniti, poi le due nazioni, assieme al altri 14 Paesi, decisero di concentrarsi sul suo successore, la Stazione spaziale internazionale. La sua costruzione è iniziata nel 1998 ed è diventata operativa nell 2000. In questo periodo la Mir è servita da interscambio.

Quando la fantascienza mente
Nonostante i progressi fatti, siamo ancora lontani dalla costruzione di una “colonia spaziale” abitabile. Al di là di ciò che fa credere la fantascienza, non c’è modo di creare una gravità artificiale, un requisito essenziale per la vita di ogni giorno. Inoltre, le stazioni spaziali non hanno una loro orbita, con il tempo vengono attratte dalla Terra e devono essere trainate di nuovo. Per questa ragione non possono essere di grandissime dimensioni

Vincenzo Scagliarini