Il cigolio al momento dell’apertura del giradischi. Il crepitio prima della musica. E poi, Il fruscio della puntina sul disco. Le emozioni vintage del vinile stanno per tornare. Dopo quasi 30 anni dall’abbandono della produzione, la Sony ha deciso di mantener fede alle promesse fatte all’inizio della scorsa estate, rispolverando il vecchio 33 giri: dal 21 marzo, infatti, la casa musicale giapponese tornerà a vendere dischi in vinile. Un ritorno vintage quasi obbligato, almeno secondo la Sony: nell’ultimo anno la produzione dei dischi in vinile è decuplicata rispetto al 2009. Secondo dati della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), da noi il mercato del 33 giri è cresciuto del 46,7% nell’arco del 2017. Ed è proprio a seguito di questo nuovo boom che la Sony nel 2016, ha approfittato di questo ritorno alle origini, mettendo in commercio un nuovo giradischi che permetteva l’ascolto in alta definizione.

Il nuovo lancio – Gli appassionati del genere fanno il conto alla rovescia, e intanto la Sony ha già comunicato quali saranno i primi titoli ad uscire nel nuovo vecchio formato: il classico “52nd Street”, del cantante statunitense Billy Joel e una selezione di brani del musicista Eiichi Otaki. Una scelta non casuale: entrambi furono i primi artisti ad uscire sul mercato nella versione in Compact Disc. Era il 1982, anno che ha segnato una sorta di “rivoluzione industriale” della musica: il digitale dei nuovi Cd andava a sostituire l’analogico dei vecchi Lp dopo oltre quarant’anni di onorato servizio. Si riapre così un dibattito che sembrava ormai chiuso: meglio l’analogico o il digitale?

Analogico vs digitale  – Per i puristi della musica non c’è dubbio: la riproduzione analogica regala una sensazione di calore e trasporto molto lontana dai suoni “freddi” e “puliti” del digitale. In realtà la migliore qualità del vinile sembra essere un mito: tutti conosciamo i vantaggi e la comodità di ascoltare la musica “in tasca”, grazie a piattaforme come iTunes e Spotify. La verità, però, forse sta nel mezzo: sono tanti i fattori che determinano lo standard di un ascolto buono, il primo fra tutti è la qualità dell’impianto che riproduce gli album, i compact disc e gli Mp3. La vera differenza tra analogico e digitale è dunque più legata al metodo di riproduzione che alle caratteristiche tecniche. E così il dibattito “analogico vs digitale” si traduce nel nostro modo di ascoltare la musica. Il ritorno del vinile però non dipende solo dall’ascolto: il fascino delle copertine permette di vivere un’esperienza nell’esperienza. Mentre si fa andare il disco, sfogliare le pagine con foto e testi ci fanno immergere a fondo nel mondo dell’artista, anche con gli occhi. È questa, per gli esperti, la “vecchia novità” della rivincita industriale del “nuovo” 33 giri.