L'astronauta italiano Luca Parmitano (wired.it)

L'astronauta italiano Luca Parmitano (wired.it)

La navetta russa Soyuz, con a bordo l’astronauta italiano Luca Parmitano, si è agganciata alla Stazione spaziale internazionale (Iss) dopo un viaggio record: l’accelerazione per raggiungere la stazione spaziale sarebbe dovuta durare due giorni, ma si è conclusa nell’arco di sei ore. Un viaggio breve ma intenso, senza un minuto di riposo. Gli astronauti ora hanno a disposizione due ore di tempo libero per cenare, rilassarsi e prepararsi a otto ore di sonno.

Partita alle 22:31 dalla base russa di Baikonur, in Kazakhstan – dalla stessa rampa dalla quale decollò nel 1961 la Vostok con a bordo il primo cosmonauta della storia, Yuri Gagarin – la Soyuz effettuerà in orbita esperimenti “in microgravità”, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che “hanno una grande importanza per gli studi sul fattore umano e per gli effetti che si hanno sui sistemi microbiologici”.

Il primo ad entrare nella Iss è stato il comandante della Soyuz Fyodor Yurchichin. Quindi è stata la volta di Parmitano, sorridente e felice di essere a bordo, poi è entrata l’americana Karen Nyberg. Il primo pensiero di Parmitano, non appena è entrato nella Stazione Spaziale, è stato per la famiglia: oltre alla madre, ha salutato la moglie Kathryn e la figlia Sara, di sei anni.

La missione di Luca Parmitano potrebbe iniziare subito con un lavoro extra: una passeggiata spaziale non prevista per riparare un possibile danneggiamento a un sistema di guida. Il malfunzionamento sarebbe a un particolare ‘specchietto’, un retroriflettore laser, necessario a guidare l’aggancio dell’Atv, il modulo di rifornimento che dovrà agganciarsi alla Stazione Spaziale Internazionale nelle prossime settimane.

Andrea Tornago