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Mark Zuckerberg, 32 anni, fondatore e attuale CEO di Facebook

Un’ammissione di responsabilità. Si può leggere così il cambio di passo di Facebook, il social network ormai prossimo a varcare la soglia dei 2 miliardi di utenti, sulla circolazione delle bufale online. Con un post su uno dei suoi blog l’azienda di Mark Zuckerberg ha lanciato il Facebook Journalism Project, ovvero una serie di iniziative volte a migliorare il rapporto con le testate giornalistiche e collaborare con loro al fine di rendere l’utente più consapevole e informato.

Una vera e propria svolta, avvenuta tra l’altro in pochi mesi. Nell’agosto scorso, infatti, durante una visita in Italia Zuckerberg ribadì la sua idea secondo cui Facebook non è una media company. Che, tradotto, significa che non è responsabile per i contenuti che vi circolano. A novembre, però, la vittoria a sorpresa di Trump ha contribuito a far cambiare idea al gigante californiano. Il dibattito sulle fake news che avrebbero aiutato il tycoon a prendersi la Casa Bianca ha chiamato in causa, fra gli altri, anche il social network più popolare. Costringendolo a correggere il tiro.

Ed è proprio in questa direzione che va letta l’assunzione di Campbell Brown, giornalista televisiva con un passato tra la Nbc e la Cnn, arrivata pochi giorni fa. “Aiuterò media e giornalisti a lavorare più a stretto contatto con Facebook”, aveva commentato poco dopo il nuovo posto di lavoro la Brown. E da poche ore è ufficialmente partito il Facebook Journalism Project. Un programma che, spiega il post che lo annuncia, “servirà a rafforzare il legame con l’industria dei media. Con l’obiettivo di fornire agli utenti gli strumenti di conoscenza necessari a essere persone informate nell’era del digitale”.

Il progetto avrà molte sfaccettature, ma si fonderà su tre pilastri. Il primo riguarda la collaborazione con gli editori con l’obiettivo di sviluppare nuovi formati per pubblicare le storie in modo più efficace, sulla scia dell’esperienza degli Instant Articles. Il secondo consiste nella formazione degli addetti ai lavori: il social fornirà strumenti a giornalisti ed editori per migliorare la diffusione delle notizie. L’ultimo pilastro riguarda gli utenti e nello specifico la lotta alle bufale: Facebook metterà a disposizione dei suoi iscritti materiale educativo per agevolare la scelta delle notizie e per riconoscere le bufale, in modo da evitarle.

«Ci preoccupiamo di fare in modo che l’ecosistema delle news sia sano e che il mondo del giornalismo possa prosperare», ha spiegato Fidji Simo, il Director of Product di Facebook che ha presentato il progetto. Una vera e propria svolta rispetto a qualche tempo fa, accelerata (se non addirittura dettata) dall’ascesa di Donald Trump. Non è un mistero, infatti, che la Silicon Valley e in generale tutta la California fossero dalla parte di Hillary Clinton.