Un microscopio confuocale a fluorescenza.

Un microscopio confuocale a fluorescenza.

Hanno reso visibile ciò che non lo era mai stato: cellule che nemmeno i microscopi elettronici erano ancora riusciti a individuare. Sono i chimici Eric Betzig, Stefan W. Hell e William E. Moerner e saranno premiati, a Stoccolma, il 10 dicembre, durante la cerimonia di assegnazione del premio Nobel per la chimica.

Ci sono riusciti grazie al loro microscopio a fluorescenza ad altissima risoluzione. Lo strumento più raffinato mai inventato per scrutare dentro la materia. Con una risoluzione superiore ai 0,2 micrometri, pari cioè alla metà della lunghezza d’onda della luce.

La premiazione segue l’annuncio della vittoria dello scorso 8 ottobre. E corona un lavoro iniziato nel 2000. Un lavoro importante, perché migliorare la precisione dei microscopi significa migliorare anche lo studio delle cellule più piccole del corpo umano. È quello che prova a fare la nanoscopia: sbirciare tra neutroni e protoni, e capire così il comportamento delle proteine e di tutte le altre molecole decisive per la vita. Il primo obiettivo della lista sarà individuare quelle coinvolte nello sviluppo di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, l’Alzheimer e la Corea di Huntington.

La scoperta del trio da Nobel è arrivata in due fasi. Prima, nel 2000, Hell ha elaborato il metodo microscopia STED, combinando due raggi laser per mettere in risalto le molecole fluorescenti. Poi è nata la collaborazione con Betzig e Moerner: insieme, i tre scienziati hanno perfezionato la tecnica, fino ad essere in grado di attivare e disattivare la fluorescenza per ogni singola molecola.

Federica Villa