Roberto Orecchia, medico torinese, ha all'attivo più di 300 pubblicazioni in materia oncologica su riviste scientifiche nazionali ed estere.

Roberto Orecchia, medico torinese, ha all’attivo più di 300 pubblicazioni in materia oncologica su riviste scientifiche nazionali ed estere.

Innovazione e sostenibilità economica «per mantenersi nel solco della direzione Veronesi». Queste le parole utilizzate dall’ad dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), Mauro Melis, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore scientifico Roberto Orecchia. Martedì 3 gennaio, nella sede di via Ripamonti, il successore di Veronesi alla guida dello Ieo descrive le linee guida del nuovo piano di sviluppo per i prossimi cinque anni: terapie a impatto minimo, mappatura del Dna e cure personalizzate. Un progetto che traduce in pratica il concetto di “medicina della persona”, già sottolineato dal fondatore Umberto Veronesi durante l’evento Uniti per i pazienti dello scorso 24 novembre 2014.

«Lo Ieo ha intenzione di continuare il suo lavoro e il suo richiamo al contesto di innovazione internazionale», afferma Orecchia. Il primo obiettivo è chiaro: «Cercare di determinare il successo terapeutico con il minor danno possibile per il paziente. E per questo investire in risorse umane e apparecchiature per gli interventi microinvasivi». Nel solo 2014 sono stati più di 5 mila i pazienti che hanno usufruito del one day surgery e della chirurgia robotica. In entrambi i casi, si tratta di interventi che rendono la convalescenza più rapida e meno impattante a livello fisico.

Stesso discorso per quanto riguarda la radioterapia, «il mio campo, nel bene e nel male» ricorda il medico torinese. Sono 150 i pazienti con tumore alla prostata che hanno scelto una terapia conservativa della durata di 5 sedute. «Il nostro obiettivo – afferma Orecchia – è fornire questo trattamento in un’unica seduta, attraverso un metodo di ipofrazionamento (aumento della dose convenzionale di irradiazione con una conseguente riduzione del tempo totale di terapia) frutto degli investimenti e dell’esperienza maturata nel tempo».

La maggiore novità riguarda però l’utilizzo della mappatura del Dna, la chiave per una cura tagliata su misura per ogni paziente. «Il genoma ci aiuta a trovare la cura più appropriata e meno tossica per ogni persona», chiarisce il nuovo direttore scientifico. «Contiamo di usare questa tecnica in maniera estensiva, sia a fini terapeutici che per la ricerca». A chi avanza delle riserve di privacy su tale argomento, il medico torinese risponde così: «La mappatura genetica è soggetta al consenso informato da parte del paziente a cui va peraltro collegato il diritto di non sapere in caso di situazioni di predisposizione oncologica individuale».

Alla base di questo progetto quinquennale, la nuova collaborazione tra Ieo e Università Bicocca in materia di gestione economica e organizzativa. A Massimo Muraro, risk manager di Ieo, ed Elio Borgonovi, rappresentante di Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale), il compito di presentare il nuovo metodo con cui lo Ieo valuterà la sostenibilità della propria offerta terapeutica e sintetizzabile nell’espressione “medicina del valore”.  “Vogliamo dare i numeri alla qualità”, riassume Orecchia. “E lo faremo dando una valutazione complessiva della cura, non limitandosi ai risultati immediati di una particolare terapia, ma monitorando il paziente per almeno un anno”.

Nicola Grolla