Il penultimo weekend di novembre porta con sé freddo e pioggia. E in molte regioni del Nord Italia, anche gelo e neve, con temperature che arriveranno a toccare lo zero sulle Alpi e gli Appennini, oltre i 4 mila metri di quota. L’inverno, insomma, avanza. E l’arrivo di Attila, il vortice di aria fredda del Mare del Nord che investirà l’Europa meridionale, comporterà un crollo delle temperature di almeno 15 gradi.

Benvenuti, dunque, a sciarpe, guanti e cappotti. Coprirsi a sufficienza – ripetono gli esperti – è uno dei rimedi per prevenire l’influenza e gli altri malanni di stagione. Sono già più di centomila, secondo i dati diffusi dall’Istituto superiore di Sanità, gli italiani che dal 26 ottobre al primo novembre sono stati costretti a letto, colpiti dal virus influenzale. E, sebbene il picco sia previsto per gennaio 2016, quando saranno poco più di un milione gli italiani messi ko dall’influenza, i medici mettono in guardia. Con l’arrivo delle temperature polari, il consiglio principale è fare attenzione ai primi sintomi: tosse e dolori articolari possono essere le prime spie d’allarme. Ma è meglio evitare di ricorrere subito ai farmaci e in particolare agli antibiotici. Esagerare con le cure, spiegano gli specialisti del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, aumenta la resistenza ai medicinali e “può causare la comparsa di batteri resistenti”. Il consiglio di medici di famiglia e specialisti è uno solo: fare un uso corretto di antivirali e antibiotici, e assumerli solo se strettamente necessario.

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Per prevenire mal di gola, tosse, febbre e dolori muscolari via libera a tisane, brodi, decotti, coperte e maglioni. E per evitare la diffusione dell’infezione, è necessario ricordarsi di seguire alcune semplici norme d’igiene: coprirsi naso e bocca quando si tossisce ed evitare di toccarsi occhi, bocca e orecchie per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei germi. Lavare spesso le mani e restare a casa se malati. Fare arieggiare stanze e locali, pulire, disinfettare sono passaggi consigliati. Insomma, se non avete fatto in tempo o se non avete voluto vaccinarvi, gesto caldeggiato da ministero e medici, l’unica cosa da fare è affidarsi al buon seno seguendo il vecchio adagio: “prevenire è meglio che curare”.

Carmela Adinolfi