Chi aveva pronti binocoli, telescopi e filtri ha già dovuto riporli. L’11 novembre, il pianeta Mercurio è passato davanti  al Sole: il perfetto allineamento della sua orbita con quelle della Terra e della stella che ci scalda ha quindi causato una piccola eclissi solare (il diametro del pianeta è di gran lunga inferiore a quello del Sole). Un fenomeno astronomico che si verifica 13 o 14 volte al secolo, ma che in Italia non ha potuto essere ammirato per il maltempo che ha uniformemente colpito la penisola. «Un vero peccato», ha affermato Luca Buzzi dell’Osservatorio Astronomico di Campo dei Fiori, in provincia di Varese, «ci risulta che il fenomeno non sarà osservabile da nessuna parte in Italia per colpa di nuvole e pioggia».

Dal sito dell’Esa, una grafica esplicativa del transito di Mercurio

Il fenomeno – Il transito di Mercurio davanti al Sole è un evento riscontrabile solo nei mesi di novembre e maggio, quando il pianeta solare più piccolo e più vicino alla stella si trova rispettivamente nelle posizioni di perielio e afelio, ossia nel minimo e massimo punto di distanza dal Sole durante la sua orbita. Capita 13 o 14 volte al secolo: l’ultima volta era stata il 10 maggio del 2016, mentre la prossima sarà nel 2032. Un fenomeno molto più frequente del transito di Venere, l’unico altro pianeta tra la Terra e il Sole: «Il prossimo transito di Venere avverrà soltanto nel 2117», commenta Buzzi. Venere, essendo più distante dal Sole, procede con un’orbita molto più lenta rispetto a quella di Mercurio, lunga appena 88 giorni. L’osservazione del transito è però così rara per una ragione: l’orbita di Mercurio è inclinata di 7° rispetto a quella della Terra. Si assiste così all’evento solo quando la Terra si trova allineata con il pianeta e con il Sole, trovandosi nei punti di intersezione delle due orbite. Il tragitto dell’11 novembre è durato circa cinque ore a partire dalle ore 13:35 italiane, ma, anchje senza le nubi, sarebbe stato visibile soltanto fino all’orario del tramonto nel nostro Paese, attorno alle 17. Durante l’orbita si sono verificati ben quattro punti di contatto: «Nel momento in cui il disco di Mercurio toccherà quello solare nell’ora iniziale, due minuti più tardi quando ci sarà l’ingresso totale e poi gli altri due al momento dell’uscita dal disco solare. Il punto di massima distanza sarà invece attorno alle 16:20», spiega Buzzi.

Il pianeta – Mercurio è un pianeta roccioso come la Terra, seppur non abitabile per la sua eccessiva vicinanza al Sole. La temperatura sulla superficie di Mercurio varia, a seconda dei periodi e delle zone, tra i 430 °C e i -180 °C. Ai poli ci sono zone costantemente in ombra, dove sono presenti ammassi di ghiaccio, mentre buona parte del resto della superficie è quasi bruciata dai raggi solari. Sul pianeta ci sono crateri e diverse cicatrici, indici di terremoti ed eruzioni vulcaniche passate, simili a quelle della Terra. Il suo diametro è di 4.879 chilometri, meno della metà di quello del nostro pianeta

I rischi (scongiurati) – La piccola eclissi, non visibile ad occhio nudo, si sarebbe potuta osservare solo con strumenti adatti come binocoli o telescopi, ai quali si sarebbero dovuti però applicare dei filtri per evitare problemi irreversibili alla vista: «Gli strumenti di osservazione concentrano tutti i raggi solari negli occhi, ragion per cui l’assenza di filtri dalle lenti potrebbe causare danni permanenti come il distacco della retina», afferma ancora Buzzi. Preoccupazioni e accorgimenti che verranno meno: ci ha già pensato la pioggia a salvaguardare gli occhi e a impedire di notare un piccolo punto nero sporcare la massa solare. Appuntamento così al novembre del 2032 quando, si spera, il clima sarà più clemente nei confronti del “messaggero degli dei”.