Per espandere la sua galassia, Facebook punta sugli under 13, che di regola non possono accedere al social network fondato da Mark Zuckerberg. La novità a loro dedicata si chiama Messenger Kids ed è una versione semplificata della popolare chat. L’applicazione, per ora disponibile solo negli Stati Uniti per iPhone e iPad, si utilizza tramite l’account di un genitore, che può monitorare le conversazioni dei propri figli. Se due bambini decidono di diventare amici sulla piattaforma, l’amicizia deve essere autorizzata da un genitore ciascuno. Una volta ottenuto il consenso, i piccoli potranno scambiarsi messaggi, condividere foto e video, anche in gruppo. Le conversazioni saranno arricchite da emoticon e adesivi pensati apposta per loro. Non ci saranno inserzioni pubblicitarie, né spazio per gli acquisti. I bambini potranno bloccare dei contatti, ma non potranno cancellare i messaggi, che saranno sempre a disposizione degli adulti per qualsiasi controllo. Malgrado Facebook abbia previsto queste forme di tutela, la scelta di aprire la piattaforma ai minori fa molto discutere.

Un pubblico in crescita –  Si presume che siano già più di 20 milioni gli under 13 che hanno accesso ai social network, come ricorda la Bbc. Negli Stati Uniti il 93% dei bambini ha a disposizione tablet o smartphone e il 66% di loro ha un suo dispositivo personale. Sono sempre di più gli utenti giovani e giovanissimi esposti ad ogni sorta di contenuto, ed è pensando a loro e alle loro famiglie che il social network da oltre due miliardi di iscritti ha deciso di lanciare questa nuova applicazione. «Sono sempre di più i genitori che fanno giocare i propri figli con i tablet o gli smartphone, quello che si chiedono è quali applicazioni siano adatte a loro. Quindi abbiamo creato Messenger Kids nella convinzione che siano loro a dovere decidere come far usare la tecnologia ai propri figli e gli adulti che abbiamo interpellato ci hanno chiesto di potere esercitare un adeguato controllo sui messaggi inviati e ricevuti dai loro bambini», ha spiegato il product manager Loren Cheng.

Le critiche – Gli ideatori di Messenger Kids assicurano che i dati dei minori non saranno diffusi né usati in alcun modo per accrescere il potere della piattaforma di Zuckerberg, ma sono in pochi a crederci. Il lancio della nuova app è stato accolto da una pioggia di critiche, anche da parte dei più insospettabili. «Dio solo sa cosa fanno i social network al cervello dei nostri bambini», ha detto di recente l’ex presidente di Facebook Sean Parker, riflettendo sull’euforia che è in grado di suscitare un semplice “mi piace”. Se introdurre o meno il meccanismo dei like in uno spazio rivolto ai minori di 13 anni è quindi oggetto di discussione all’interno della stessa azienda.

Il dibattito in rete –  Le critiche più aspre arrivano proprio dai social. «Ci mancava solo il #messengerkids… La scusa è la sicurezza, in realtà i bambini rappresentano l’unica fetta di mercato rimasta da conquistare “legalmente”», si legge in un tweet.  Che si tratti di un’operazione commerciale lo fanno presumere anche le reazioni degli aspiranti concorrenti, prima fra tutti la piattaforma francese Monster Messenger, che scrive: «Non fate usare ai figli Facebook troppo presto! L’alternativa ve la diamo noi: un’app di messaggistica gratuita adatta ai vostri bambini. I contatti devono essere approvati dai genitori che possono moderare i contenuti delle conversazioni».