epa04021470 Supplied undated image obtained 15 January 2014 of a honey bee fitted with a sensor as part of a world-first research program to monitor the insects and their environment using a technique known as 'swarm sensing'. The research aims to improve honey bee pollination and productivity on farms as well as help understand the drivers of bee Colony Collapse Disorder (CCD), a condition decimating honey bee populations worldwide.  EPA/CSIRO / HANDOUT EDITORIAL USE ONLY AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

Una delle 5000 api australiane con il mini sensore montato sul dorso

Un sensore di 2,5 millimetri, indossato a mo’ di zainetto hi-tech. A sperimentarlo, circa 5.000 di api in Australia, che per due mesi saranno oggetto di uno studio mirato a capire cosa stia causando il rapido declino delle colonie e la scomparsa di oltre 10 milioni di alveari in tutto il mondo, negli ultimi sei anni. L’equipe di studiosi dell’Ente di ricerca australiano Csiro ha rinchiuso le api in frigoriferi alla temperatura di 5 gradi, per addormentarle. Con l’aiuto di un microscopio, i ricercatori hanno poi incollato i sensori sul dorso delle api, una procedura  che talvolta ne richiede la rasatura.

Quattro gli alveari sotto osservazione: due provvisti di una “mangiatoia” con nettare e polline normali e due con mangime contenente una piccola quantità di pesticida, che si ritiene possa essere la causa del collasso delle colonie. Gli scienziati potranno così studiare l’impatto del pesticida sulla capacità delle api di produrre miele, una attività fondamentale anche per la vita umana: circa un terzo del cibo che mangiamo richiede il processo di pollinazione. Il responsabile del progetto, Paulo de Souza, ha detto alla radio nazionale Abc che le informazioni saranno molto utili a tutti gli agricoltori e ai frutticoltori che potranno imparare a conoscere meglio e più a fondo il comportamento delle api. I risultati potrebbero anche portare a interventi governativi su alcuni tipi di pesticidi: dal primo dicembre scorso, è proibito agli agricoltori nell’Unione Europea di usare tre tipi di pesticidi che si sospetta siano responsabili delle decimazioni dei preziosi insetti.

Stefania Cicco