La stella cometa simbolo del Natale riappare dopo quasi un millennio proprio nell’anno funestato dal Covid. Succederà la notte del 21 dicembre 2020, quando un raro allineamento astronomico creerà una luce di straordinaria brillantezza visibile nei cieli di tutto il mondo. Un fenomeno verificatosi l’ultima volta nel Medioevo, che evoca l’episodio dei Vangeli in cui l’astro condusse i Re Magi a Betlemme per celebrare la nascita di Gesù Bambino.

 

Una cometa brilla nel cielo terrestre

Congiunture astronomiche – L’evento è in realtà il risultato della combinazione di due diversi fenomeni: in corrispondenza con il solstizio previsto per le 11:02 italiane, che rappresenta il giorno più corto dell’anno nonché l’inizio dell’inverno, Giove e Saturno appariranno talmente vicini da poter essere osservati dalla Terra all’’interno del campo di un unico telescopio. Un insieme di circostanze celesti che darà luogo ad un fascio luminoso visibile anche ad occhio nudo ed in maniera ben più prolungata di quanto lo sarebbe stato in qualsiasi altro giorno dell’anno, dove le ore di luce sono maggiori. E questo nonostante manchi una terza variabile di non scarsa rilevanza: il famoso astronomo tedesco Johanes Kepler riferì infatti nel 1614 che la stella cometa avrebbe potuto essere una splendida congiunzione tra Giove e Saturno con la complicità di Venere. Quest’ultimo corpo celeste stavolta non ci sarà, ma la “Stella di Natale” si potrà vedere lo stesso, anche se soltanto in quella notte e non fino al sei gennaio come accadde invece per i Magi. Si tratta dunque di un evento comunque eccezionale, a maggior ragione considerando che è dal 1226 che i due pianeti interessati non si trovavano così vicini tra loro.

Il precedente biblico – Complice l’anno drammatico che stiamo vivendo, il fenomeno si accompagna per i credenti ad inevitabili accostamenti con l’episodio legato alla nascita di Gesù. Non si tratterebbe però solo di una pura suggestione religiosa, perché secondo il responsabile del Virtual Telescope, Gianluca Masi, l’evento potrebbe essere proprio quello alla base della stella di Natale dei Vangeli: «Nel 7 a.C.» ha spiegato all’Ansa lo scienziato, «la congiunzione tra i due pianeti è avvenuta addirittura tre volte e fu Keplero a suggerire che i Magi si siano ispirati ad essa, anche perchè la durata della triplice congiunzione richiede mesi e questo è compatibile con l’organizzazione di un lungo viaggio, mentre altri fenomeni, come una cometa, hanno una finestra di visibilità più modesta». Diversa invece sembra la questione relativa al nome, visto che nei Vangeli non si parla di cometa ma solo di stella. «A darle la veste di cometa è stato Giotto» ha infatti aggiunto Masi: «Affrescando la scena dell’Adorazione dei Magi nella cappella degli Scrovegni, raffigurò una bellissima cometa, con grande verosimiglianza perchè egli stesso aveva visto il passaggio della cometa di Halley e si ispirò evidentemente a quella visione».

Come vederla – Per osservare al meglio la cometa, la Nasa suggerisce di dotarsi di un telescopio anche se il fenomeno sarà comunque visibile ad occhio nudo rivolgendo lo sguardo a Sud-Ovest. Paolo Volpini dell’Unione Astrofili Italiani (Uai) ha consigliato di «aspettare che il Sole tramonti e guardare in quella direzione». «Verso le 17,00 si potrà cominciare a vedere i due pianeti vicinissimi», ha spiegato Volpini, «ed il momento clou è previsto tra le 17,30 e le 18,30». «Con un piccolo telescopio sarà però possibile vedere anche gli anelli di Saturno e le lune di Giove» ha concluso.