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Se partissimo adesso lungo un ipotetico sentiero spaziale, ci impiegheremmo otto miliardi di anni per raggiungerli a piedi. Sono sette pianeti simili al nostro che si trovano a una distanza di 39 anni luce da noi, attorno alla stella della costellazione dell’Acquario battezzata Trappist-1. Pianeti cosiddetti «gemelli», paragonabili per dimensioni e temperatura alla Terra e probabilmente con una composizione rocciosa. Almeno tre dei pianeti individuati orbitano a una distanza dalla stella nana rossa che consentirebbe all’acqua di restare in superficie allo stato liquido. Quindi c’è vita nello spazio?

L’annuncio. La scoperta è contenuta in una ricerca coordinata dall’Università di Liegi, in Belgio, e pubblicata sulla rivista Nature. La Nasa l’ha presentata il 22 febbraio in una conferenza stampa attesissima. «Si tratta di un sistema planetario eccezionale, non solo perché i suoi pianeti sono così numerosi, ma perché hanno tutti dimensioni sorprendentemente simili a quelle della Terra» ha detto il coordinatore della ricerca, l’astronomo e astrofisico belga Michael Gillon. Già nel maggio 2016 gli astronomi del suo team avevano annunciato la scoperta di tre pianeti intorno a Trappist-1. Il risultato delle analisi ha però spinto Gillon e colleghi a continuare la ricerca, sfruttando anche le potenzialità del telescopio a infrarossi Spitzer, un gioiellino della Nasa dal valore di 670 milioni di dollari.

La ricerca. Per identificare i pianeti, gli scienziati hanno osservato a lungo il loro transito, misurando la diminuzione di luminosità della stella al centro del sistema quando il pianeta, visto dalla Terra, le passava davanti. Le stelle di dimensioni ridotte come Trappist-1 sono ideali per la ricerca di pianeti extrasolari, poiché hanno una variazione di luminosità molto evidente. Invece per stimare la massa dei sette “gemelli” della Terra, i ricercatori hanno analizzato gli effetti gravitazionali che agiscono tra loro. Incrociando i dati si è capito che i pianeti hanno una dimensione e una massa simili a quelle della Terra, potrebbero essere rocciosi e avere acqua allo stato liquido in supeficie. Le orbite dei pianeti intorno a Trappist-1 sono più strette rispetto a quella della Terra: minori persino dell’orbita di Mercurio, il pianeta più vicino al Sole. Ma ciò non costituirebbe un limite alla vita in quanto la stella del nuovo sistema planetario è meno calda della nostra, quindi una minore distanza non comporterebbe un clima  insostenibilmente caldo per la vita.

La stella cool. Quando si parla di stelle, i media americani spesso utilizzano l’aggettivo “cool”, che vuol dire “freddo” e allo stesso tempo “figo”. Non c’è definizione più adatta per la stella Trappist-1, freddissima in termini astronomici (temperatura superficiale di circa 2400°C, meno della metà di quella del Sole) ma attorno alla quale orbita uno spettacolare sistema planetario. Trappist-1, che prende il nome dal telescopio belga, omonimo, installato sulle Ande cilene, ha una massa pari all’8 per cento di quella del Sole, dimensione pressoché uguale a quella del pianeta Giove. La stella è visibile dalla Terra “alle spalle” della costellazione dell’Acquario, ma non a occhio nudo.

C’è vita? Secondo gli astronomi che hanno scoperto il sistema planetario, almeno tre dei pianeti intorno a Trappist-1 orbiterebbero a una distanza tale da permettere all’acqua di restare in superficie allo stato liquido. Dunque di ospitare le condizioni perché si sviluppi la vita. Si troverebbero nella cosiddetta «zona abitabile», dove la stella scalda i pianeti che le ruotano attorno tra i 0° e i 100° gradi. Mai in un unico sistema di pianeti ne erano stati trovati tanti simili alla Terra e mai tanti in una così vasta zona abitabile. Benché ci siano le condizioni ideali, non è detto però che l’acqua, quindi la vita, sia presente. I modelli climatici studiati ne ipotizzano la presenza, che non è verificabile poiché per raggiungere questi pianeti appena scoperti ci vorrà ancora qualche anno luce.