Si chiama New Glenn, ha avuto poco tempo per crescere e pochissimo per provare, eppure il primo risultato l’ha già ottenuto. Il razzo di Blue Origin, la compagnia spaziale fondata dall’amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, nel suo primo lancio di prova ha raggiunto l’orbita.
Il volo, previsto per il 13 gennaio e rimandato al 15, dopo più di un’ora di ritardo è partito dalla Space Force Station di Cape Canaveral, in Florida. L’obbiettivo del test è ottenere il via libera dal First National Security Space Launch. La certificazione permetterà alla compagnia di Bezos di muoversi con più libertà nei voli e nelle future prove. Il razzo multi-stadio ha completato con successo la separazione in due stadi. Tuttavia il reattore riutilizzabile non è riuscito ad atterrare sulla piattaforma Jacklyn, chiamata così in onore della madre del Ceo, nell’oceano Atlantico. Il secondo stadio, invece, è riuscito a raggiungere l’orbita portando con sé la piattaforma Blue Ring. Il modulo, sempre di progettazione Blue Origin, verrà utilizzato per trasportare satelliti e rilasciarli in orbite diverse.
Il razzo – Alto 98 metri con un diametro di sette, New Glenn rispecchia il nuovo modello di razzi riutilizzabili introdotti dai rivali di Space-X, la compagnia spaziale di Elon Musk. Il primo stadio è progettato per poter rientrare sulla terra ed essere utilizzato per un massimo di 25 lanci. Le dimensioni della zona di carico sono il doppio rispetto agli altri razzi, come descritto dal sito stesso dell’azienda, così da poter ridurre il numero e i costi dei voli.
New Glenn safely reached its intended orbit during today’s NG-1 mission, accomplishing our primary objective. The second stage is in its final orbit following two successful burns of the BE-3U engines. The Blue Ring Pathfinder is receiving data and performing well.
We lost the… pic.twitter.com/MmDlCb6AVj
— Blue Origin (@blueorigin) January 16, 2025
I precedenti – Fino ad ora la compagnia di Bezos si era occupata solo di turismo spaziale. Il razzo-navetta utilizzato era la New Shepard e per la prima volta, nel 18 luglio del 2021, aveva portato i suoi passeggeri a circa 100 chilometri di altezza, oltre la linea di Kármán che segna il confine tra l’atmosfera terrestre e lo Spazio. Su quel volo c’era anche Bezos, accompagnato dal fratello, che con altri due passeggeri ha potuto sperimentare la sensazione di microgravità, ovvero la stessa che gli astronauti provano sulla Stazione spaziale internazionale. Per partecipare all’esperienza si paga un biglietto molto caro, 28 milioni di dollari per un volo totale di 11 minuti.
Le reazioni – Sono arrivate subito le lodi dal rivale Musk: «Congratulazioni per aver raggiunto l’orbita al primo tentativo». Così come quelle della Nasa che auspica un dualismo prolifico nel fine ultimo della corsa allo spazio. La Blue Origin ha definito un successo il test: «C’è ancora molto da fare, ma l’obbiettivo primario è stato raggiunto. Abbiamo perso il booster, sapevamo fosse ambizioso ma ci lavoreremo».