Eurhopalothrix zipacna: è il nome di una specie di formiche predatrici scoperta a luglio in Centro America. “Somigliano un pochino al mostro di Alien, sono bruttissime viste da vicino”, dice Jack Longino, professore di biologia che le ha studiate per primo. Per questo le ha chiamate come un demone Maya.
Uroplatus phantasticus, invece, è il nome scientifico del “geco satanico a forma di foglia” osservato in Madagascar nel 1998 (nella foto). Animaletto innocuo, nonostante l’aspetto. Non è andata meglio al Kiwa puravidia, il granchio Yeti.
Dare nomi alle nuove specie è difficile anche per i ricercatori, comunque. “Per 100 anni dopo Linneo non ci sono state regole, era il caos”: a dirlo è Daphne Fautin, zoologo e vice presidente del nuovissimo International Commission on Zoological Nomenclature, l’organismo internazionale incaricato regolare la tassonomia animale. Questa Corte Suprema dei nomi animali è nata ufficialmente il 18 novembre, e per i prossimi tre anni avrà sede nell’Università di Singapore. Oltre a sanare le dispute tra gli scienziati, fornirà anche un codice universale della nomenclatura zoologica. Con 18 mila nuove specie all’anno, era ora.
Già a settembre la pratica di dare un nome alle specie era stata facilitata, con la creazione di un registro online per la comunità scientifica. Prima occorreva stampare una descrizione della nuova bestia e sottoporre il nome della creatura alla giuria dell’International Code of Botanical Nomenclature (ICBN). Se andava bene, la decisione arrivava in un anno. Moltiplicate per 18mila.
Eva Alberti