“La gallina non è un animale intelligente”, cantavano quasi cinquant’anni fa Cochi e Renato. La gallina forse no, ma il pulcino merita un trattamento migliore. Almeno stando allo studio condotto dalle università di Padova e Trento e pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Science”. “L’esperimento dimostra che i pulcini, proprio come gli umani, associano numeri piccoli a sinistra e numeri grandi a destra”, spiega Rosa Rugani, assegnista a Padova ora in forza al Centro Mente/Cervello (Cimec) dell’ateneo trentino. “Un’ulteriore prova – aggiunge – a favore dell’ipotesi che la rappresentazione spaziale delle grandezze matematiche sia una capacità innata, evoluta milioni di anni fa, ben prima che gli antenati dell’uomo si separassero da quelli degli uccelli”.

Dopo avere addestrato i pulcini a trovare del cibo dietro a un pannello raffigurante cinque quadratini, i ricercatori hanno osservato la loro reazione davanti a una coppia di pannelli, uno posizionato alla loro sinistra e uno alla loro destra. In un caso, i due pannelli raffiguravano due quadratini, in un altro otto. Il 70 per cento delle volte, di fronte ai due quadratini i pulcini cercavano il cibo dietro a quello di sinistra, mentre quando i quadratini erano otto gli animali si dirigevano verso destra.

“Il concetto di grande o piccolo è ovviamente riferito al rapporto col numero iniziale, non in assoluto”, precisa Giorgio Vallortigara, coordinatore dell’esperimento. “Se l’addestramento avviene con un pannello che ha venti elementi e poi gli si presenta una coppia di pannelli da otto, il pulcino si dirige verso il pannello di sinistra”.

Quali le ricadute pratiche di questa scoperta? “Con dei modelli animali della linea mentale del numero – prosegue Vallortigara – si possono indagare i meccanismi nervosi e genetici del fenomeno e questo può aiutare a risolvere certe forme di discalculia  I disturbi disculcalici, infatti, riguardano spesso la capacità di ordinare i numeri”.

Emiliano Mariotti