Il mondo è ormai quasi disabitato, il genere umano è stato spazzato via da cani robot. Tre sopravvissuti cercano di accaparrarsi le poche sacche di rifornimento rimaste in giro senza essere beccati. Inizia così Metalhead, il quinto episodio della quarta stagione di Black Mirror. È il 2017 e la serie Netflix sta cavalcando l’onda del successo internazionale. Otto anni più tardi, quella che al grande pubblico sembrava una tecnologia futuristica, sta diventando alla portata di tutti, o meglio dei pochi che potranno permetterselo (si spera con esiti diversi dall’apocalisse). Aprirà a giugno a Torino il primo negozio italiano di cani robot. Duemila euro per la sua versione base, in grado di raccogliere le palline che gli lanciamo. Fino a 100 mila euro per cani addestrati a fare la guardia.
Un polo di riferimento per la robotica – Le porte apriranno in via San Secondo, a quattro passi dalla stazione Porta Nuova. A capo dell’iniziativa Simone Immordino, amministratore delegato di Robogest e Deri, che si auspica di «sviluppare un vero e proprio progetto industriale in città», che possa ampliarsi anche al mercato dei robot umanoidi e dei ragni robot, utilizzabili soprattutto in ambito industriale. L’hardware dei robot proviene dalla azienda cinese Deep Robotics, mentre la distribuzione è affidata alla tedesca InMotion. Tuttavia, software e applicazioni sono sviluppate proprio dalla torinese Deri. I cani sono dotati di sensori avanzati in grado di rilevare ostacoli e reagire all’ambiente circostante, in più bastano due ore di ricarica per farli tornare a lavorare a pieno regime. Tutto ciò li rende «macchine perfette per fare le ronde notturne in una fabbrica e segnalare intrusioni», ha spiegato Immordino.
Un’evoluzione rapida – Il primo cane robot, chiamato Spot, era stato presentato nel 2018 dalla Boston Dynamics, compagnia nata in Usa per lo sviluppo di tecnologie militari. Agile, piccolo e di colore giallo. Nel 2025 siamo ancora lontani da poter pensare che questi robot possano sostituire i cani in carne e ossa, e infatti il loro utilizzo è pensato più per fare da guardia che per tenere compagnia. Con i rapidi sviluppi dell’intelligenza artificiale, chissà che questo non sia un futuro più prossimo di quello che pensiamo.