mini reneOggi chi si ammala ai reni difficilmente  guarisce grazie a terapie, perché i tessuti di questi organi, una volta danneggiati, non recuperano la loro funzione. Spesso occorrono dialisi o trapianto. Domani, forse, sarà possibile curarli anche grazie alla scoperta fatta al Salk Institute for Biological Studies, in California, che ha creato in vitro dei reni fatti di cellule staminali. Una novità che permetterà di sperimentare nuove cure per malattie come il Rene policistico.

La scoperta, lanciata il 17 novembre su Nature Cell Biology, è importante perché capace di aprire nuove strade alla medicina rigenerativa. I ricercatori del Salk sono riusciti infatti a creare la “piattaforma” di studio più avanzata del loro campo: non solo hanno indotto cellule staminali umane – quelle che possono trasformarsi in ogni altra cellula del corpo – a divenire molto simili alle cellule renali, ma per la prima volta le hanno anche “convinte” a organizzarsi in una struttura tridimensionale simile a quella dei reni nelle prime fasi di vita.

Le cellule staminali usate dai ricercatori sono quelle dette “pluripotenti” (già in parte differenziate rispetto all’embrione), reperibili in un corpo umano adulto e “riprogrammate” per diventare quelle degli organi in questione, grazie all’aggiunta di staminali embrionali di topo (in rosso, nella foto) e staminali “induttrici” che si trovano nella pelle umana.

Questo processo in un futuro potrebbe addirittura portare alla rigenerazione di tessuti renali grazie alla pelle del paziente. Il team di ricerca ha infatti provato a creare i “mini reni” a partire dalle staminali di pazienti ammalati di rene policistico, e il progetto ha funzionato.

Finora, a causa delle molte manifestazioni della malattia, né la terapia genica né quella basata sugli anticorpi aveva saputo curare questa malattia. I reni in vitro creati al Salk Institute forniranno invece una buona “cavia” su cui le case farmaceutiche potranno sperimentare nuovi medicinali.

“La nostra strategia di differenziazione è la pietra angolare della modellizzazione di una malattia e degli studi per nuove medicine”: l’ha dichiarato Ignacio Sancho-Martinez, il capo del team di ricerca. “Le nostre osservazioni  aiuteranno a guidare gli studi sulle implicazioni cellulari del rene policistico”, ha chiarito Sancho-Martinez.

Eva Alberti