Mark Zuckerberg alla presentazione di Graph Search

Mark Zuckerberg alla presentazione di Graph Search

Nel marketing si usa dire: nella realtà Davide non batte Golia, ed è la ragione strategica per cui Graph Search – il nuovo servizio di ricerca di Facebook – non è un sostituto di Google. Sfidare il primo motore di ricerca al mondo sul suo campo sarebbe folle, e non è ciò che ha intenzione di fare Mark Zuckerberg, fondatore e CEO del social network blu.

Graph Search è un sistema di indicizzazione dell’immenso database Facebook. Lavora su quattro categorie: luoghi, persone, interessi e foto. Una delle novità: le ricerche avvengono secondo il linguaggio naturale. Alla domanda “Dove sono i ristoranti libanesi a Milano?”, Graph Search risponderà con un elenco di pagine e utenti Facebook che possono rispondere. Se niente soddisfa i criteri di ricerca, verrà interrogato Bing, di Microsoft, e lì avremo risultati di un motore di ricerca “classico”.

Secondo Zuckerberg è un modo per accorciare la distanza tra persone e contenuti e incentivare gli utenti a produrre contenuti che durino di più. Un post sul diario Facebook dura una manciata di minuti, con Graph Search si dovrebbe scrivere qualcosa che sia interessante per esser cercati e trovati. Tutto questo in teoria. Graph Search non è ancora integrato nel social network, è ancora in fase preliminare di test (è possibile partecipare al programma beta qui.)

La nuova funzionalità è stata annunciata martedì 15 gennaio, ma il titolo in borsa non si è impennato. Gli investitori hanno reagito in modo timido perché si crede sia uno specchietto per le allodole, senza un piano preciso di sviluppo. Un altro modo per attirare investimenti pubblicitari. Inoltre, non è la prima volta che Facebook e Google si attaccano lungo i confini dei propri territori d’influenza, senza troppo successo.

Per tornare alla metafora iniziale, Facebook e Google sono in realtà due Golia, ma in campi diversi. La storia dei loro scontri è ormai lunga. Non hanno mai pensato di essere l’uno alternativo all’altro, ma provano a lanciare soluzioni diverse per funzionalità già servite dal concorrente, nel tentativo di sottrargli quote di utenti.

Qualche esempio: Facebook Mail voleva intercettare chi utilizza Gmail. Facebook Calls – il servizio per le videochiamate – è stata una doppia sfida, lanciata a Skype e Google Talk. Anche Google ha provato a sfidare Facebook sul suo terreno con il social network Plus: mira a integrare funzionalità sociali con i suoi servizi di cloud, mail, chat e news. Nessuna di queste soluzioni ha scalfito il predominio dell’avversario, ma è stata un’occasione per un reciproco miglioramento. Ora non resta che aspettare la risposta di Google.

Vincenzo Scagliarini