La missione spaziale Demo-1 è un successo e per gli Stati Uniti si riapre lo scenario dell’invio di astronauti nello spazio. Domenica 3 marzo la capsula Crew Dragon, progettata dalla SpaceX di Elon Musk, si è agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) senza intoppi. Era decollata dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida) dalla stessa piattaforma di lancio che ha visto partire i razzi delle missioni Apollo.
Hatch is open! Crew Dragon will now spend 5 days at the @space_station pic.twitter.com/HA9iSWOBVE
— SpaceX (@SpaceX) 3 marzo 2019
La missione – La capsula Crew Dragon è stata lanciata dal razzo Falcon 9, decollato sabato 2 marzo dalla rampa 39A, la stessa piattaforma da cui partivano i razzi Saturn V delle missioni Apollo. A bordo c’è un manichino di nome Ripley, un omaggio al tenente Ellen Ripley (interpretato da Sigourney Weaver) della saga di Alien. Dotato di sensori, sarà studiato da SpaceX e Nasa per rilevare le sollecitazioni a cui verrà sottoposto l’equipaggio umano nella prossima missione. Crew Dragon è attraccata automaticamente alla Stazione Spaziale ed è già stata visitata da due membri dell’equipaggio della Stazione, il il canadese David Saint-Jacques e il russo Oleg Kononenko. Per cinque giorni eseguiranno prove e test, dopodiché la capsula farà rientro nell’orbita terrestre.
Nasa e SpaceX – Sia la Nasa che SpaceX vantano un successo importante: l’agenzia spaziale statunitense aveva infatti pensionato il suo Space Shuttle nel 2011 senza progettare un sistema alternativo per trasportare i suoi astronauti dalla Terra alla Iss. E per 8 anni ha dovuto pagare 85 milioni di dollari per ogni astronauta affidato ai viaggi delle Soyuz russe, le uniche navicelle ancora in grado di viaggiare nello spazio. Almeno fino a oggi. La conclusione positiva di questa dimostrazione potrebbe portare già a luglio all’avvio della missione Demo-2 con equipaggio umano, per la quale sono già pronti i veterani della Nasa Doug Hurley e Bob Behnken.
Spazio ai privati – Non è la prima collaborazione tra l’azienda di Musk e un’agenzia spaziale. Il 22 febbraio un Falcon 9 partito da Cape Canaveral ha lanciato nello spazio il lander israeliano Beresheet, progettato in collaborazione tra l’agenzia spaziale israeliana (Iai) e la non-profit per lo sviluppo scientifico SpaceIL. Beresheet dovrebbe atterrare il 12 aprile sulla luna. Nel settore non manca la concorrenza a SpaceX: l’americana Boeing lancerà ad aprile la sua prima missione senza equipaggio con la capsula CST-100 Starliner, che si aggancerà alla Stazione Spaziale Internazionale.
Elon Musk – Quella di SpaceX è anche una vittoria per il suo patron Elon Musk. Il contratto da 2,6 miliardi di dollari firmato con la Nasa nel 2014 prevede 6 voli di andata con equipaggio e l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine ha celebrato con una certa dose di nazionalismo il successo della missione: «Congratulazioni a tutti per questo risultato che ci avvicina a far volare astronauti americani su razzi americani».
A new generation of space flight starts now with the arrival of @SpaceX’s Crew Dragon to the @Space_Station. Congratulations to all for this historic achievement getting us closer to flying American Astronauts on American rockets. #LaunchAmerica pic.twitter.com/QMOuE2ecwm
— Jim Bridenstine (@JimBridenstine) 3 marzo 2019