Il “gene dell’immortalità” avrebbe un ruolo chiave anche nello sviluppo del cancro. La scoperta arriva da un gruppo di scienziati americani del Duke Cancer Institute. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul giornale ufficiale della United States National Academy of Sciences.

Sotto accusa è la porzione di Dna chiamata Tert. Questo gene promotore permette la fabbricazione dell’enzima telomerasi, la proteina che temporaneamente mantiene la lunghezza dei telomeri. Proprio i telomeri, una specie di “cappucci” protettivi posizionati all’estremità dei cromosomi, conservano integro il codice della vita durante la moltiplicazione della cellula. Quando questi si esauriscono, la cellula muore. Ma in quella tumorale tale meccanismo salta, contribuendo allo sviluppo incontrollato del cancro.

Per capire se le mutazioni del gene Tert fossero responsabili di questo “tilt”, il team guidato da Hai-Yan ha analizzato oltre 1.200 tumori di 60 tipologie diverse. Gli studiosi hanno osservato che nel caso di neoplasie come il cancro al seno o alla prostata non venivano rilevate mutazioni del gene Tert, il che significa che i fattori imputati sono altri e ancora da scoprire. Ma le mutazioni di Tert sono risultate altamente associate a 9 tipi di tumori che comprendono melanomi, liposarcomi, carcinomi epatocellulari, carcinomi del tratto urinario e della lingua, nonché alcuni fra i tumori cerebrali più comuni.

Andrea Zitelli