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Bando al Daily Mail. Il quotidiano britannico non sarà più considerato una fonte attendibile per le voci di Wikipedia, l’enciclopedia online che conta quasi 500 milioni di visitatori unici al mese. Alla base della decisione la cattiva reputazione guadagnata dal giornale «per la scarsa verifica delle fonti, il sensazionalismo e la fabbricazione di notizie a ciclo continuo». Wikipedia cerca così di chiudere il recinto e lasciare fuori le bufale.

Proibito citare – La proposta di escludere il quotidiano britannico dalle fonti citabili è stata lanciata nel gennaio scorso dall’utente Hillbillyholiday. E ha scatenato una discussione fra gli editori dell’enciclopedia collaborativa. I contrari consideravano le bufale del Daily Mail non peggiori di quelle rilanciate da quotidiani più blasonati. I favorevoli, che alla fine hanno vinto, gli riconoscevano il primato nella diffusione di false notizie. E, così, l’8 febbraio Wikipedia ha annunciato il bando: non sarà più possibile utilizzare articoli e video del quotidiano britannico come fonti per le voci dell’enciclopedia e, per quanto possibile, dovranno essere rimosse le citazioni inserite in precedenza.  Per il momento il Daily Mail non ha commentato la decisione dei wikipediani.

Bufale made in Uk – Il bando deciso da Wikipedia è parso inusuale per una piattaforma che da sempre si batte per la libertà del web da ogni controllo. E non si ha al momento notizia di provvedimenti simili con riguardo a fonti la cui attendibilità è egualmente dibattuta: ad esempio, il network Russia Today, finanziato dal Cremlino e spesso criticato per la parzialità delle notizie. Di certo, il Daily Mail si è distinto negli ultimi anni per alcune bufale che, come si dice, hanno fatto il giro del web. Notizie come il nuovo metodo consigliato alle donne per ridurre le rughe: farsi la barba ogni mattina. Oppure come l’innovativo materiale per costruire i pannelli solari: i capelli umani. O come, pochi giorni fa, l’inchiesta sul riscaldamento globale in cui si sosteneva che i governi mondiali stiano spendendo milioni fidandosi di dati manipolati: in realtà, l’effetto serra avrebbe conseguenze molto meno distruttive di quelle denunciate dall’America’s National Oceanic and Atmospheric Administration. Le conclusioni del Daily Mail sono state subito smentite dai siti di informazione scientifica che hanno confermato la bontà delle rilevazioni sul riscaldamento globale. In sostanza, un’altra fake news, stavolta aggravata dall’accusa ad un ente governativo di diffondere notizie false: il bufalo che dice cornuto all’asino.

Wiki

La pagina Wikipedia dove si annuncia la messa al bando del Daily Mail