Rogo copertoni

Vigili del fuoco spengono un rogo di copertoni (foto Vincenzo De Luca Bossa, Flickr)

I tumori aumentano. Ma non ci sarebbe nessun legame accertato con i rifiuti tossici. Almeno stando all’ultimo rapporto sulla controversa storia tra malattie e veleni in Campania. I dati vengono dal ministero della Salute, che presenta ad Aversa (Caserta) le conclusioni del suo studio sulla situazione epidemiologica nelle province di Napoli e Caserta, commissionato il 25 luglio 2012 dal ministro Renato Balduzzi.

Secondo il rapporto, coordinato dal dottor Giuseppe Ruocco, in Campania si muore di più. Ma tra la percentuale di tumori e i roghi tossici non sembrerebbe esserci un nesso diretto. Ben diverso era il parere dell’Istituto di tumori “Pascale” di Napoli, pubblicato il 19 luglio 2012 su Avvenire.  Secondo la ricerca dell’ospedale, dal 1998 a oggi, «in provincia di Napoli (città esclusa, ndr) si sono avuti incrementi percentuali del tasso di mortalità per tumori del 47% fra gli uomini e del 40% tra le donne, incrementi che sono stati rispettivamente del 28,4% e del 32,7% anche in provincia di Caserta». Valori che nel resto d’Italia rimanevano stabili, al Nord diminuivano, e in quelle due province campane invece salivano a dismisura. Il motivo? «Fattori diversi», ma soprattutto ambientali, da ricercare nel “triangolo della morte”, come la rivista scientifica “The Lancet Oncology” definì nel 2004 la zona di Acerra-Nola-Marigliano. In provincia di Napoli, per l’appunto, e territorio prediletto dalla camorra per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici.

Proprio in seguito alla ricerca dell’Istituto Pascale, il Ministero della Salute ha formato un gruppo di lavoro per indagare sulla relazione tumori-fattori ambientali. Restano, nella provincia di Napoli e Caserta, i dati allarmanti: un numero superiore di malformazioni alla nascita, tassi elevati soprattutto di tumori al fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata, vescica. Una speranza di vita inferiore, di due anni, a chi nasce nella Marche. I dati raccolti, dicono dal Ministero, sono però insufficienti per stabilire un nesso sicuro tra tumori e rifiuti tossici.

«Il ministero della Salute fa negazionismo nei confronti delle cause dell’aumento dei tumori in Campania», accusa Gaetano Rivezzi, referente della sezione Campania dell’Associazione italiana medici per l’ambiente. Intanto l’ipotesi del Ministero è quella di ripartire dal locale. Sottoporre a controlli sistematici zone più piccole e più inquinate, per arrivare a un risultato scientifico meno controverso.

Susanna Combusti