Non è destinato a esaurirsi il dibattito sulla sicurezza della tecnologia autonoma. A riportare alla luce la questione è la vicenda che ha coinvolto in queste ore Uber: la nota azienda di trasporto automobilistico americana è stata costretta a sospendere i test sulle auto a guida autonoma a seguito di un incidente che nella notte di lunedì 19 marzo ha provocato la morte di una donna in Arizona. Si tratta del primo caso di pedone travolto e ucciso da un veicolo in modalità Autopilot.
L’incidente – L’auto che viaggiava in autonomia, con il guidatore seduto sul sedile anteriore ma senza le mani sul volante, ha investito la passante che stava attraversando la strada lontano dalle strisce pedonali. La donna, di cui non è stato rivelato il nome, è stata portata subito in ospedale ma è morta per le ferite troppo gravi. Mentre la polizia sta indagando sull’accaduto, Uber ha sospeso tutte le sperimentazioni nelle città in cui era attivo. E, fanno sapere, «stiamo collaborando fianco a fianco con le autorità locali». Mentre Dara Khosrowshahi, il Ceo che ha preso il posto del fondatore Travis Kalanick ad agosto, scrive su Twitter: «Notizie incredibilmente tristi dall’Arizona. Un pensiero alla famiglia della vittima mentre lavoriamo per capire cosa sia successo».
Some incredibly sad news out of Arizona. We’re thinking of the victim’s family as we work with local law enforcement to understand what happened. https://t.co/cwTCVJjEuz
— dara khosrowshahi (@dkhos) 19 marzo 2018
I precedenti – Non è la prima volta in cui la società americana è costretta a sospendere i test della sua tecnologia autonoma. Un anno fa c’era stato un altro incidente: un Suv in modalità Autopilot aveva colpito un’altra auto e si era ribaltato, senza provocare feriti. In quel caso particolare la responsabilità era del guidatore umano, ma era solo l’ultimo di una lunga lista di incidenti più o meno gravi – un’ottantina in tutto, avvenuti nel febbraio 2017. Non è neanche la prima volta che un’auto a guida autonoma viene collegata alla morte di una persona. Il primo caso ha riguardato la Tesla, un’altra società di trasporti: il 7 maggio 2016 una Model S su cui viaggiava il tester Joshua Brown si era schiantata contro un camion in Florida causando la morte del guidatore.
I dubbi sulla sicurezza – In Italia è stato appena approvato il regolamento per dare il via libera alle prove. Sperimentazioni che sono state bloccate sul nascere. Uno stop che fa nascere più di un dubbio sui sistemi di sicurezza: solitamente quando si verificano eventi come quello dell’incidente in Arizona, l’atteggiamento delle case automobilistiche o delle società che fanno test, è sempre quello di andare avanti, senza bloccare le sperimentazioni per poi prendere decisioni solo a chiusura di indagini. Stavolta invece è diverso perché il colosso Uber ha subito annullato il progetto, alimentando il sospetto di molti esperti, soprattutto negli Stati Uniti, che nella tecnologia di auto a guida autonoma ci possa essere una falla.