L'impianto Zecomix del Centro Ricerche Enea di Casaccia. Allo studio la possibilità di produrre energia pulita col carbone

L’impianto Zecomix del Centro Ricerche Enea di Casaccia. Allo studio la possibilità di produrre energia pulita a partire dal carbone (foto Ansa)

Produrre energia pulita da combustibili fossili. Una delle sfide tecnologiche più rilevanti degli ultimi anni. Un metodo che potrebbe limitare, nel breve e medio termine, gli effetti negativi dell’emissione di CO2 nell’ambiente.

Anche l’Italia partecipa a questa sfida, attraverso l’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) grazie all’impianto Zecomix a Casaccia, in provincia di Roma. Una piattaforma sperimentale, che ha l’obiettivo di dimostrare la fattibilità di un nuovo processo per la produzione di energia elettrica e idrogeno “zero emission” da carbone.

Per continuare a utilizzare i combustibili fossili senza aumentare in modo sensibile l’effetto serra, in un percorso di transizione graduale verso le energie alternative, è necessario ricorrere ai processi che sono alla base delle tecnologie di cattura e sequestro della CO2, le cosiddette tecnologie Ccs. Ma gli ostacoli alla loro affermazione sul mercato sono molti, a cominciare dalle penalizzazioni energetiche ed economiche che la loro applicazione agli impianti comporta. La ricerca diventa così la strada maestra da seguire, per escogitare sistemi alternativi ma paragonabili, per costi e prestazioni, agli attuali processi di produzione di energia.

L’idea di base del funzionamento dell’impianto Zecomix è quella di utilizzare due processi non convenzionali, uno di gassificazione del carbone e l’altro di decarbonizzazione del syngas, caratterizzati da una forte sinergia e in grado di determinare, da una parte, una notevole efficienza energetica, dall’altra una maggiore semplicità rispetto ai sistemi “convenzionali”.

Il processo di gassificazione converte qualsiasi materiale carbonioso in un gas, detto di sintesi o syngas, composto prevalentemente da monossido di carbonio (CO) e idrogeno (H2), che può essere utilizzato come combustibile per generare energia elettrica, oppure come base per un gran numero di prodotti nell’industria petrolchimica. Nonostante l’elevata efficienza, la combustione del carbone produce una elevata quantità di anidride carbonica, che rimane un problema. Recentemente numerosi studi, esperienze e prototipi in tutto il mondo cercano di rendere possibile l’economicità della cattura e dello stoccaggio dell’anidride carbonica emessa dalle centrali elettriche a carbone. Zecomix è uno di questi.
Il primo bilancio che è possibile trarre delle sue attività, secondo i tecnici Enea, è positivo. Le future ricerche daranno inoltre la possibilità di studiare, in scala significativa, i processi di gassificazione di varie tipologie di combustibile. Dalle biomasse ai carboni di più difficile utilizzo, come quello del Sulcis. Un carbone di scarsissima qualità, con il suo 6-8% di zolfo, e un potere calorifico di appena 5000 kcal/kg, la metà dell’antracite e del petrolio.

Davide Gangale