«Tutte le cose di cui mi occupo sono profane, ma il Milan è sacro». Lo è sempre stato, il Diavolo, per Silvio Berlusconi, scomparso a 86 anni al San Raffaele di Milano. 31 anni in rossonero, 20 da presidente e 11 con la vicepresidenza vicaria di Adriano Galliani, che lo hanno reso il più longevo della storia del club. E anche il più vincente grazie ai 29 trofei conquistati, tra cui otto scudetti, sette Supercoppe italiane e cinque Champions League. Un’avventura terminata il 13 aprile 2017 con la vendita della società ai cinesi della Rossoneri Sport Investment Lux, la holding di Yonghong Li. Il vuoto è stato colmato l’anno successivo con l’acquisto del Monza, con cui è arrivata una storica promozione in Serie A.

Berlusconi Champions 1988

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1366 giorni – L’ascesa sportiva di Berlusconi ha una data precisa: 20 febbraio 1986. Il Milan si trova sull’orlo del fallimento. Giussy Farina, allora proprietario del club, non cede facilmente alla vendita. Ma dopo una lunga trattativa, i rossoneri passano al Cavaliere per sei miliardi di lire. È la rinascita: Berlusconi si presenta con gli assegni a copertura degli stipendi arretrati, ripiana i debiti e annuncia una ricostruzione con un mercato sfarzoso. In un anno la squadra cambia volto, a partire dalla panchina. Via Nils Liedholm, dentro Arrigo Sacchi. Arrivano anche due dei tre olandesi che faranno la storia: Van Basten e Gullit. Da qui il Diavolo non conosce freno, arrivando sul tetto d’Italia, d’Europa, e infine del mondo. Prima lo scudetto nel 1988, che attrae Frank Rijkaard, ultimo pezzo del trio, poi la doppietta Coppa dei CampioniCoppa Intercontinentale nell’89. Berlusconi si è preso il Milan da 1366 giorni, ma lo ha già reso grande.

L’abbraccio di Silvio Berlusconi e Carlo Ancelotti, allenatore del Milan, subito dopo la vittoria della finale di Champion’s ad Atene il 23 maggio 2007.
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Champions e campioni – Lo zenit del successo prosegue ad alta velocità. Il 18 maggio 1994, ad Atene, i rossoneri demoliscono per 4 a 0 il Barcellona di Johan Cruijff, deus ex machina del calcio totale, in finale di Champions League. Berlusconi festeggia, ma da lontano: quella sera giura per la prima volta da presidente del Consiglio dei ministri. Gli anni ’90 sono quelli dell’era Fabio Capello, con cui arrivano anche quattro scudetti, tre Supercoppe italiane e una Supercoppa Uefa. Da Weah, Desailly e Savicevic, a Nesta, Pirlo, Shevchenko e Kaká. I fuoriclasse del capitolo Carlo Ancelotti regalano perle indimenticabili, arricchendo ancor di più il periodo d’oro del Milan. I rossoneri approdano altre tre volte in finale di Champions League, vincendone due (tra cui il derby tutto italiano con la Juventus nel 2003). Berlusconi gioisce, viene portato in trionfo dai suoi uomini. Gli scatti con i trofei riempiono interi album fotografici. Nel 2008, l’ultima coppa internazionale (Mondiale per club). Nel 2011, l’ultimo scudetto della sua presidenza a trazione Massimiliano Allegri con Ibrahimovic, Thiago Silva e Robinho. Sono gli ultimi sprazzi di un grande Milan, dominatore incontrastato dentro e fuori l’Italia con l’ex Cavaliere al trono.

Crisi e cessione – Sul finire degli anni ’10 del nuovo millennio affiorano le prime difficoltà economiche. Senza giocare la Champions League per la prima volta dopo sette anni, Berlusconi è costretto a cedere il gioiello brasiliano Kaká per portare liquidità nelle casse del club. Il Diavolo riesce comunque a reinventarsi, ma nel 2012 scoppia una rivoluzione societaria. Thiago Silva e Ibrahimovic vengono venduti al Paris Saint-Germain per oltre 60 milioni di euro, si dimette dopo 28 anni il ds Ariedo Braida e la figlia Barbara Berlusconi viene nominata vicepresidente e amministratore delegato. Nel frattempo le vittorie calano, la squadra perde appeal. I rossoneri entrano in un tunnel mai conosciuto da quando l’ex Cavaliere ne ha preso le redini. Il pensiero di una cessione, da vago, si trasforma in realtà il 13 aprile 2017, giorno in cui viene ufficializzata la vendita del club all’imprenditore cinese Yonghong Li. Il regno berlusconiano si è estinto definitivamente, 11.375 giorni dopo.

Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, mostra la maglia del Monza con Adriano Galliani (D) a margine del suo intervento all’iniziativa organizzata da Mariastella Gelmini “IdeeItalia”, Milano, 05 ottobre 2018.
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Regalo Monza – Un anno sabbatico e poi ancora in sella a un cavallo. Nel settembre 2018 Berlusconi, su consiglio dell’inseparabile partner Adriano Galliani, rileva il 100% del Monza per tre milioni di euro, rifiutando però la carica di presidente. La ricetta berlusconiana, ampiamente sperimentata con il Milan, ha nuovamente effetto: la società brianzola passa dalla Lega Pro alla Serie A in soli quattro anni. Nel 2022 arriva la prima, storica, promozione della squadra nella massima serie. Ma i sogni dell’ex Cavaliere, alimentati dalla creazione di un progetto solido e duraturo, non si fermano: «Vogliamo vincere lo scudetto l’anno prossimo o l’anno dopo. Chi ci crede, vince», disse lo scorso febbraio. Dovrà pensarci Galliani, come già accaduto al Milan.