Il numero uno del mondo anche quando si tratta di accettare le ingiustizie senza protestare. Jannik Sinner ha aderito all’accordo propostogli dalla Wada domenica 16 febbraio che prevede tre mesi di squalifica per il caso Clostebol iniziato ad Indian Wells il 6 marzo 2024. E questo nonostante le parole ostili di tanti colleghi, che all’accordo hanno reagito accusando Jannik di essere un «burattino del sistema». La scelta della Wada, però, conferma i fatti accertati dal Tribunale indipendente e cioè che il 23enne non abbia intenzionalmente utilizzato la sostanza incriminata e che l’accidentale somministrazione non abbia migliorato le sue prestazioni. «Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e ritengo che le rigide regole della Wada siano una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l’offerta», così si è pronunciato Jannik Sinner dopo la sentenza, che vede l’agenzia mondiale antidoping e il tennista reciprocamente soddisfatti: la prima evita in questo modo che il ricorso al tribunale sportivo di secondo grado potesse darle torto, mentre il secondo chiude la faccenda con diversi mesi di anticipo e una pena tutto sommato sostenibile.

Sinner in un’immagine di repertorio al torneo ATP Finals di Torino, 17 novembre 2024.
Ansa/Alessandro di Marco
I divieti e il ranking – Le regole dell’articolo 10.14.1 del codice antidoping sono chiare: oltre al divieto di gareggiare in tornei e in esibizioni, per i tre quarti del tempo di squalifica (e quindi per Sinner fino al 13 aprile) chi è sospeso non può frequentare strutture affiliate a una federazione nazionale o internazionale, né giocare insieme o contro altri tesserati. Di conseguenza per allenarsi e mantenere una forma fisica adatta al rientro in campo da numero uno del mondo, Sinner dovrà cercare uno sparring partner tra i tennisti appena ritirati e non ancora parte di uno staff tecnico o di organizzazione in qualunque torneo. Divieti che verranno mitigati dalla possibile permanenza a Dubai, già scelta per la preparazione estiva e meta dei giorni successivi alla sentenza, dove gli sceicchi gli garantirebbero qualunque comfort tecnico e privacy assoluta. Sciolti i dubbi riguardo a dove Sinner si allenerà durante la squalifica, si affacciano quelli sul ranking e sul primo posto della classifica ATP. Dalla fine degli Australian Open al rientro negli Internazionali di Roma del prossimo 4 maggio Jannik perderà 2.100 punti: 500 per l’assenza pre squalifica a Rotterdam, 1000 per il torneo di Miami che vinse lo scorso anno, 400 a Montecarlo, suo circuito “casalingo” e 200 a Madrid. Una somma che porterebbe a 9.730 la quota primo posto, con Alexander Zverev e Carlos Alcaraz, rispettivamente a 8.135 e 7.410. Primo posto salvo quindi? Probabilmente sì, aspettando le prestazioni degli avversari.
Il caso – Facendo un passo indietro di circa un anno, lo scorso 6 marzo il tennista numero uno del mondo era risultato positivo al controllo antidoping per la sostanza Clostebol, uno steroide utilizzato per cure mediche le cui parti per miliardesimo non superavano il grammo nelle urine del tennista. La Itia (International Tennis Integrity Union) lo sospese immediatamente per effettuare ulteriori accertamenti ma il team fece ricorso, comunicando che la sostanza era accidentalmente entrata in contatto con il corpo dell’atleta a causa di un massaggio eseguito senza guanti. Il fisioterapista Giacomo Naldi si era tagliato un dito in quei giorni e aveva usato uno spray medico contenente anche la sostanza incriminata. A quel punto avrebbe massaggiato Sinner senza guanti, trasmettendogli quella parte per miliardesimo di sostanza proibita nonostante la supervisione del preparatore Umberto Ferrara. Da quel momento Sinner ha vinto tornei, saltato le Olimpiadi e ottenuto il primato della classifica ATP portando a casa anche la seconda Coppa Davis consecutiva al fianco di Matteo Berrettini. Il tennista azzurro, tra l’altro, è stato uno dei pochi a esprimersi a supporto del compagno: «Ho sempre sostenuto Jannik, non smetto di farlo adesso. La valutazione su Ferrara (oggi suo preparatore) è indipendente dall’errore commesso». Oggi Berrettini giocherà contro Djokovic nel primo turno del 500 di Doha.
Verso Roma – L’obiettivo del tennista altoatesino sono ora gli Internazionali di Roma, primo torneo che Sinner potrà giocare dopo i tre mesi di squalifica e distanti meno di un mese dal 13 aprile, giorno in cui potrà ricominciare ad allenarsi nei centri federali e contro (o con) colleghi tesserati. Fino ad allora il recupero mentale e fisico da un anno provante a tutti i livelli sarà la priorità, mentre il mondo del tennis non sembra aver preso nel migliore dei modi la decisione della Wada. Nonostante l’accertata responsabilità oggettiva sui comportamenti del proprio team abbia allontanato definitivamente le ombre sulla condotta sportiva di Sinner, voci di dissenso si sono levate dagli spalti dove Nole Djokovic, Nick Kyrgios e Daniil Medvedev siedono puntando il dito contro il rosso di San Candido. Un tennis «sporcato» da questa decisione, un sistema «putrido» di cui il numero uno sarebbe il burattino perfetto. Ciò che sembra certo è come la sentenza sia immediatamente diventata un precedente, aspettando il cambio dei regolamenti in materia previsto per il 2027.