«ComputeRino» il computer lo detestava cordialmente. Era lui il sacerdote dei numeri, lui che per primo tra i giornalisti italiani fece delle statistiche il suo punto di forza. Non ne sbagliava una e allo stesso tempo non annoiava mai, amava i pronostici e raramente gli sbagliava. Atleta, organizzatore di incontri di pugilato, conduttore, giornalista: una vita vissuta con lo sport al centro di tutto. Ha importato dagli Stati Uniti la boxe e il football anticipando di anni la sensibilità del pubblico. Per oltre vent’anni ha raccontato il tennis in coppia con l’amico Gianni Clerici, facendo innamorare l’Italia della racchetta. L’8 gennaio 2025, Rino Tommasi è morto all’età di novant’anni, al termine di una lunga malattia.

La vita – Statistiche, le sue, da primo nel ranking: 13 Olimpiadi, 7 Superbowl, 149 tornei dello Slam, 157 trasferte negli Usa, oltre 400 telecronache di pugilato. Il primo articolo a tredici anni, nel 1947, per l’edizione marchigiana del Messaggero. Nel 1953 l’approdo all’agenzia Sportinformazioni, poi Tuttosport e infine La Gazzetta dello sport nel 1965, dove scriverà per più di quarant’anni. Nello stesso anno una delle prime perle di pugilato organizzate da lui, l’allora più giovane organizzatore di eventi sportivi al mondo: la rivincita Benvenuti-Mazzinghi del dicembre 1965 valida per il titolo mondiale del medi junior, al Palazzetto dello sport di Roma fresco di Olimpiade. È grazie a Tommasi che Roma ha scalzato Milano come sede degli incontri più importanti, nonché come capitale italiana del pugilato. Negli anni Ottanta, da direttore dei servizi sportivi di Canale 5, ha contribuito all’acquisto dei diritti Nfl a Mediaset, dove nell’81 ha seguito il primo Superbowl in chiaro della tv italiana. Ha introdotto la seconda voce nelle telecronache e rivoluzionato il giornalismo sportivo televisivo: è in questa circostanza che è nata la formidabile coppia Clerici-Tommasi.

Tennis, italian style – Nel 2002, Lewis Jonathan Wertheim ha dedicato ai due telecronisti un pezzo sulla rivista Time intitolato Tennis, italian style. Wertheim, incuriosito da quello stile di telecronaca tutto italiano, ha raccontato dello stupore che ha provato nel sentire la allora ventennale coppia di giornalisti parlare durante la partita come due amici che la guardassero da casa. Tommasi chiamava il suo collega «Dottor Divago» per i suoi voli pindarici, Clerici ricambiava con «ComputeRino», scherzando sulla memoria oceanica del collega. Le loro telecronache erano avvincenti per appassionati e non, precise e leggere allo stesso tempo, professionali e amichevoli assieme. «Oggi se ne è andato uno dei grandi del giornalismo del tennis» ha commentato Rafael Nadal in italiano su X.