La sola presenza ai Mondiali di Russia 2018 avrebbe garantito 1,2 milioni di euro. Superare i gironi avrebbe portato 7 milioni di incasso. Con i quarti se ne sarebbero aggiunti 15, in caso di finale (pura fantascienza, ma divertiamoci a sognare) saremmo arrivati a 24 e la vittoria avrebbe garantito altri 32,5 milioni di euro. Peccato per il condizionale, perché l’Italia, lunedì 13 novembre, non è riuscita a ribaltare la sconfitta rimediata a Solna venerdì contro la Svezia. E così il «fallimento sociale», come l’ha definito in lacrime nel post-partita Gigi Buffon, si è trasformato in fallimento economico.


Ci perdono tutti – Il prossimo, con 342 milioni di montepremi totale, sarà il Mondiale più ricco della storia. Ma senza gli azzurri sarà più povero: di storia, ma anche di denaro. Basti pensare che nella classifica dei 50 eventi più visti nella storia d’Italia, 49 sono partite di calcio. Unica eccezione, il Festival di Sanremo 1995 vinto da Giorgia. Le partite garantiscono un’audience media di circa 10 milioni di telespettatori. Numeri che, durante gli ultimi Mondiali in Brasile nel 2014, sono saliti a più di 17 milioni a gara. Dal momento che l’intera nazione svedese conta poco più di 10 milioni di persone, gli effetti negativi non risparmieranno la Fifa, la Federazione internazionale del calcio, che in occasione dell’ultima Coppa del mondo, fra Rai e Sky, incassò 180 milioni di euro. Ora, come ha rivelato un alto dirigente televisivo all’Ansa, senza l’Italia «sarà dura superare gli 80». Una perdita da 100 milioni. La sola Rai, per le partite degli azzurri, paga 26,3 milioni all’anno, ma quest’anno il bando, considerato che anche Mediaset avrebbe partecipato, sarebbe stato al rialzo.

Gli sponsor – Gli accordi siglati nel 2014 con Infront, azienda adivsor della Figc, garantiscono 14,25 milioni di euro l’anno, 57 nell’arco dei quattro anni di contratto, che scadrà nel 2018. Nel 2016 il fatturato complessivo della Federazione è stato di 174 milioni di euro. Su 43 milioni di introiti commerciali però, quasi la metà dei guadagni, cioè più di 20 milioni di euro, sono arrivati dagli sponsor degli azzurri: difficile mantenere o rinnovare alle stesse condizioni simili rapporti dopo lo spareggio perso. E per fortuna il contratto con la Puma, principale sponsor della Nazionale che assicura quasi 20 milioni di euro l’anno, scade nel 2022. La mancata qualificazione, infine, sarà una perdita anche per l’erario, visto che il volume di scommesse in occasione dell’Europeo 2016 in Francia ha raggiunto il milione di euro. Tanti numeri possono confondere le idee, ma forse basterebbe un dato finale per capire cosa comporterà la mancata presenza dell’Italia in Russia: l’Italia contribuisce all’11% del Pil del calcio mondiale, che dalla sola Coppa del mondo ricava oltre 4 miliardi di euro. Una percentuale che, dopo ieri sera, è destinata a precipitare.