Disprezzata dai grandi club che perdono le loro stelle per un mese durante la stagione, ma seguita e amata da un continente intero. È iniziata in Costa d’Avorio la 34esima edizione della Coppa delle nazioni africane, il torneo di calcio che incoronerà la regina d’Africa. 24 nazioni divise in 6 gironi si contenderanno l’accesso alla fase a eliminazione diretta per arrivare alla finale con un unico scopo: alzare al cielo l’ambito trofeo. Una vetrina per tutto il continente offerta da una competizione calcistica che, nonostante crisi e guerre, non si è mai fermata dalla sua prima edizione del 1957.

Pallone e politica – È come se per un mese un velo di torpore si posasse su tutta l’Africa. Le lotte intestine agli Stati, le cattive condizioni di vita, i problemi di tutti i giorni vengono abbandonati, quasi come se non contassero più, per seguire la propria nazionale impegnata nella Coppa d’Africa. È il sogno dei bambini che sperano di parteciparvi un giorno e la fortuna dei politici che possono distogliere l’attenzione dalle questioni più spinose. Per Jean-Baptiste Guégan, esperto di geopolitica dello sport: «Durante il periodo della Coppa d’Africa, soprattutto se la vinci, l’opposizione non esiste più. I media si concentrano sulla prestazione sportiva e non più sul contesto» intervistato dalla tv francese TV5 Monde ha aggiunto: «Nel caso della Costa d’Avorio l’ospitare un evento simile è anche un messaggio verso le nazioni vicine: “Guardate sono una potenza regionale! Riesco ad attirare persone, turisti, imprese, sponsor, gli occhi del mondo intero e dell’Africa”». I calciatori africani rappresentano un mito e un ispirazione per i giovani che vedono i propri pupilli tornare a casa dall’Europa e dal Sud America per indossare i colori della propria nazionale per correre, sudare, gioire e piangere nel cercare di realizzare i sogni di un’intera nazione. Un intreccio tra sport e politica che si manifesta anche nella decisione di alcuni ex calciatori che sono sono saliti ai vertici delle istituzioni: primo fra tutti George Weah, ex milanista, considerato uno dei calciatori africani più forti di sempre, che nel 2017 è stato eletto presidente della Liberia.

La competizione – Voluta fortemente dall’Egitto, quando è nata, la Coppa delle nazioni africane sembrava la risposta sbiadita all’Europeo e alla Copa América. Alla prima edizione parteciparono solo 4 squadre e fu un flop dato che una di queste, il Sud Africa, venne squalificata perché si rifiutò di far partecipare calciatori neri. Da allora però la competizione ha preso forza entrando a gamba tesa nei cuori dei tifosi. L’imprevedibilità del torneo ha fatto sì che spesso le squadre più forti deludessero le aspettative mentre altre ottenessero risultati inaspettati, come lo Zambia, vincitore nel 2012 a discapito della Costa d’Avorio di Didier Drogba e Yaya Touré. Chi meglio ha riassunto cosa rappresenta la Coppa d’Africa è stato l’ex stella del pallone Samuel Eto’o: «È la festa dell’Africa per un mese, il più grande evento del Continente. Le nostre leggende si sono rivelate in questo torneo. Per noi è la celebrazione del calcio africano. L’unità di un continente per vedere i nostri campioni».

Soldi e gloria – La competizione non è seguita solo nel continente africano ma anche nel resto del mondo, perché, come è successo per lo storico quarto posto del Marocco ai mondiali in Qatar, si riaccendono orgoglio e patriottismo anche tra le comunità di emigrati. Ospitare un evento del genere vuol dire investire in visibilità e sul futuro del Paese. In Costa d’Avorio per questa edizione sono attesi circa 1,5 milioni di visitatori, numeri che possono fare da gancio da traino per l’economia dello Stato. Non solo, per poter ospitare la manifestazione sono stati costruiti o ristrutturati ben 6 stadi e si è speso nel migliorare la viabilità. La strada costiera di circa 350 chilometri che collega Abidjan, la capitale economica, al grande porto di San Pedro, è stata completamente riasfaltata. Il risultato è un tempo di percorrenza tra le due città dimezzato. Inoltre, la Confederazione calcistica africana offre ricchi premi ai Paesi che andranno avanti nella competizione: più di 1 milione per l’accesso ai quarti e ben 5 al vincitore. Soldi per le federazioni calcistiche nazionali che avranno il vincolo di utilizzarli per promuovere lo sviluppo del gioco nel Paese.