«I miei compagni mi hanno detto subito che con questo goal sono entrato nella storia della Roma». A cinque minuti dal triplice fischio a decidere il derby è l’uomo che non ti aspetti: Mapou Yanga-Mbiwa, difensore francese arrivato la scorsa estate in prestito dal Montpellier per fare la riserva di Castan e che invece, complice anche il grave infortunio del centrale brasiliano, si è presto ritagliato un posto da titolare.
È proprio lui a insaccare di testa sulla perfetta punizione di Pjanic, permettendo alla Roma di tornare a vincere la stracittadina a 20 mesi dall’ultimo successo. Un derby che quest’anno oltre al primato in città valeva un pass per l’Europa che conta. A strapparlo sono i ragazzi di Garcia, che condannano la Lazio a giocarsi i preliminari di Champions League domenica 31 nello scontro diretto con il Napoli al San Paolo: in caso di vittoria saranno proprio gli azzurri a qualificarsi. Una beffa impensabile fino a qualche giorno fa e che ora anima gli incubi dei tifosi biancocelesti.
Fino a pochi minuti prima del fischio d’inizio di Nicola Rizzoli nella Capitale si vociferava di un possibile “biscotto”: un pareggio sarebbe andato bene a entrambe le squadre. La Roma sarebbe rimasta seconda e la Lazio avrebbe raggiunto la qualificazione matematica almeno ai preliminari, spegnendo così ogni sogno di gloria dei partenopei. Ma quando si gioca un derby non si fanno calcoli. E così in dodici minuti è successo di tutto: al vantaggio di Iturbe, pescato in area da Ibarbo, ha risposto Djordjevic, bravo a raccogliere di testa il suggerimento aereo di Klose. Fino al nuovo vantaggio romanista, questa volta definitivo.
Nel post-partita non sono mancati gli sfottò: Totti e Florenzi si sono presentati sotto la Sud con delle maglie provocatorie e il tecnico giallorosso Rudi Garcia ha risposto alle critiche del collega biancoceleste Stefano Pioli, dandogli del “rosicone”. Normale amministrazione per il derby più acceso d’Italia. Un po’ meno quello che è successo fuori dall’Olimpico prima e dopo la gara: due accoltellati sul Lungotevere a un’ora dal calcio d’inizio e svariate cariche della polizia a fine partita per disperdere i supporter laziali. Agli ultras capitolini si sono aggiunte le rappresentanze di tifosi del Wisla Cracovia e del Feyenoord, gli stessi che a febbraio avevano messo a ferro e fuoco Piazza di Spagna. Come a dire che la lingua della violenza è internazionale.
Emiliano Mariotti