Ne ha vinte dieci. Di fila. Antonio Conte non sbaglia un colpo e con il suo Chelsea domina la Premier League, portando la squadra londinese a +6 punti sulle seconde, grazie alla rete di Cesc Fàbregas. Quaranta punti in 16 partite e la tredicesima vittoria stagionale della squadra. Il match contro il Sunderland, giocato allo Stadium of the Light, ha permesso all’ex commissario tecnico della Nazionale di costruire il proprio record personale, eguagliando il primato di José Mourinho (che ottenne lo stesso risultato, sempre con il Chelsea, nel 2005-2006, ndr). Sogna di raggiungere quello di Carlo Ancelotti e di Guus Hiddink, che di vittorie consecutive ne hanno collezionate 11.

 

Collezionare un record di dieci successi non è stata impresa semplice ed è lo stesso allenatore ad ammetterlo. Ma il tecnico italiano è considerato, nel Regno Unito, il perfetto esempio del buon calcio italiano all’estero. Per i giornali inglesi Conte, con il Chelsea, sta svolgendo un ottimo lavoro. Puntuale, preciso e pulito, ha portato la squadra londinese a scalare una classifica difficile da espugnare. Il suo obiettivo, per questo primo anno, rimane il ritorno in Champions League, ma ora che il suo Chelsea è il grande favorito per la vittoria della Serie A inglese, il percorso potrebbe risultare molto più semplice.

Dopo la vittoria contro il Sunderland, c’è chi ha parlato di un sentimento di rivincita dell’allenatore nei confronti della Juventus, squadra dove è approdato nel 2011 e che ha lasciato tre anni dopo per la Nazionale. Una storia d’amore travagliata, quella con i bianconeri, croce e delizia dell’allenatore pugliese con i quali non è però mai riuscito a vincere la Champions League, il trofeo più ambito. In molti sostenevano che volesse lasciare Torino perché voleva vincere di più e perché, in Italia, non c’era spazio per un mercato all’altezza delle sue aspettative.

Ossessionato dal controllo del gioco, ambizioso e severo, Antonio Conte è considerato tra gli allenatori più forti. È un grande motivatore, capace di ottenere risultati grandiosi, in poco tempo.
Sulla panchina della Juventus ha vinto per tre volte consecutive il titolo di Campione d’Italia, impresa riuscita soltanto a Carlo Carcano e Roberto Mancini. Ma non si è accontentato di questo, prendendosi anche due Supercoppe italiane, nel 2012 e nel 2013.
Temuto dai suoi avversari, l’ex ct della Nazionale ha cominciato la sua carriera da allenatore usando il modulo offensivo 4-2-4. C’è chi lo definiva l’«integralista tattico» ma, anche in questo caso, ha saputo spiazzare tutti: negli anni seguenti, infatti, ha mostrato in partita svariati cambi di schemi, passando dal 4-3-3 al 3-5-2.
Centrocampista combattivo e tatticamente duttile per la sua versatilità, la sua carriera da allenatore era iniziata a Siena, come vice di Luigi De Canio. Nella stagione 2008-09 aveva ottenuto il titolo di campione nel campionato cadetto con il Bari, riportando i pugliesi in Serie A. Un segno, forse.