«Non è stato un grave episodio di violenza, c’è stato un diverbio a fine partita accompagnato da un lieve contatto fisico». È Davide Rosio, presidente della sezione Associazione Arbitri Italiani di Saronno a calmare le acque dopo l’episodio che ha coinvolto un’arbitra 17enne il pomeriggio di sabato 15 febbraio in Brianza. Sul campo di Meda (Monza) si affrontavano le formazioni del campionato femminile under 15, la Real Meda e le pavesi della Rivanazzanese. «La collega sta bene, l’ho sentita sabato pomeriggio. Ha avuto tutto il supporto necessario della famiglia e dei dirigenti», rassicura il presidente.

Un allenamento della Real Meda (foto Facebook)
Il fischio della discordia – Un gol segnato dalle padrone di casa dopo la fine del triplice fischio finale. Una partita finisce quando l’arbitro fischia tre volte, dicono i regolamenti. Il gol, una staffilata nel sette, sarebbe arrivato tra il secondo e il terzo fischio. L’arbitra annulla, poi viene accerchiata dalle calciatrici che le mettono pressione. Cambia idea e convalida il tiro. La Real Meda si aggiudica il match e stacca la Rivanazzanese fino a quel momento appaiata al quinto posto. Si scatenano le proteste delle ospiti, che coinvolgono anche i dirigenti, tra questi l’allenatore Paolo Bottazzi che non ci sta. Cerca l’arbitra negli spogliatoi per protestare: «Il mio errore è stato appoggiarle la mano sul braccio. Ho fatto così per dirle che volevo parlarle dell’errore che aveva commesso», dice l’allenatore a mente fredda, «non l’ho insultata, tanto che ci siamo chiariti negli spogliatoi e lei ha ammesso l’errore tecnico».
Versioni discordanti – Intanto, nel caos delle proteste, uno dei genitori entra in campo per portare via la figlia senza aspettare regolarmente fuori dallo stadio. In questo momento il padre della direttrice di gara chiama le forze dell’ordine, forse spaventato che questa incursione potesse avere conseguenze per la figlia. «Ho chiarito anche con il padre della ragazza. Ha capito e non ha nulla contro di me». La versione però è diversa da quella riportata dal dirigente della Real Meda, come si legge sull’articolo pubblicato da Il Giorno: «Questa persona voleva picchiare l’arbitro, diceva di volerla prendere a calci», ha detto Gianni Zaninello, «quando ho sentito che il padre della ragazza voleva chiamare i carabinieri, ha scavalcato ed è scappato per i campi». Bottazzi smentisce: «Non ero io. Era il genitore». Non sembra che la famiglia della ragazza abbia sporto denuncia. Intanto Il giudice sportivo si pronuncerà sulla vicenda mercoledì pomeriggio.
Gli episodi di violenza e razzismo sui campi di calcio giovanili, non sono una novità ma sono anzi in aumento secondo l’Aic (Associazione italiana calciatori). Il presidente Rosio smorza però i toni: «In questa stagione sportiva non è stato osservato niente di irregolare per quanto riguarda questi episodi». Gli fa eco Bottazzi: «Faccio l’allenatore da 15 anni, è la prima volta che mi trovo in questa situazione. È successo tutto ciò perché la partita è stata tesa a causa dell’indecisione della ragazza. Ma non è nemmeno colpa sua, mi dispiace».