Sconfitta a testa alta. Jannik Sinner sbatte contro il muro Novak Djokovic ed è costretto ad arrendersi in due set (6-3 6-3) nell’incontro conclusivo delle Atp Finals di Torino. Un match, dopo quello della fase a gironi vinto dall’altoatesino, che il serbo ha chiuso in un’ora e 44 minuti giocando alla perfezione, senza sbavature. La ‘vendetta’ conferma la sua superiorità e lo status di leggenda del tennis, ma lascia trasparire bagliori di luce dalle nuvole: Sinner è un diamante della nuova generazione, pronto a lottare per i tornei più importanti del circuito.

epa10053407 Jannik Sinner of Italy reacts winning the second set in the men’s quarter final match against Novak Djokovic of Serbia at the Wimbledon Championships, in Wimbledon, Britain, 05 July 2022. EPA/TOLGA AKMEN EDITORIAL USE ONLY

La partita – Due set con lo stesso punteggio, ma storie diverse. Il primo è un assolo di Djokovic, granitico in battuta (73% di prime palle e sette ace) e in risposta. Questa, forse l’arma migliore del numero uno al mondo, gli permette di respingere la potenza dei servizi nemici e, allo stesso tempo, di prendere in mano lo scambio per poi dettarlo a suo piacimento. Il serbo, di un’efficacia spaventosa, mostra i primi tratti di umanità nel secondo set. Sinner cresce e, spinto dal pubblico che lo incita come fosse suo figlio, si crea l’opportunità per strappare il servizio a Djokovic in due game diversi e rientrare in partita. Il ‘Barone Rosso’ semina, ma non raccoglie quanto concesso dall’avversario: il dritto lo abbandona, così come la freddezza, e si ritrova a commettere errori che consentono al ‘Djoker’, 36 anni, di vincere la sua settima Atp Finals. Una versione confermata da Sinner dopo la gara: «Djokovic ha giocato estremamente bene, mentre io non sono stato sufficientemente attento in alcuni momenti. Se questo succede contro il miglior giocatore al mondo poi ne viene fuori una grande differenza».

Quale futuro? – Rammarico per la finale, felicità per il percorso. Sinner ha frantumato le aspettative di tutti. Anche di Djokovic, che durante la premiazione lo ha incoronato con queste parole: «Congratulazioni per la buonissima settimana. Non è il risultato che volevi raggiungere, ma ti auguro un buon prossimo anno. Sei molto vicino a vincere gli Slam e a essere numero uno del mondo». Sinner, adesso, è un tennista temibile. Il cambio di allenatore, da Piatti alla coppia Vagnozzi-Cahill, sta dando i frutti tanto attesi. L’altoatesino gestisce i fondamentali di questo sport da veterano, con forza e precisione. I progressi al servizio e a rete sono tangibili: la varietà di gioco è molto più fluida e frequente. Si spiega così l’impresa di aver vinto tre trofei, tra cui il Master 1000 di Toronto, negli ultimi tre mesi e aver raggiunto la quarta posizione del ranking globale. E questo è solo l’inizio.

Novak Djokovic

Novak Djokovic – Ansa

Sempre lui – Sinner si è tolto anche la soddisfazione di battere ai gironi Djokovic, il numero uno del mondo che chiuderà l’anno in testa alla classifica per l’ottava volta in carriera. Il serbo però, in una forma fisica mai vista prima, resta ancora l’uomo da battere. Lo sanno anche i giovani della nuova generazione: Rune, Alcaraz e lo stesso Sinner sono stati sconfitti dal ‘Djoker’ in queste Atp Finals con relativa scioltezza. Senza più Federer e con Nadal che rientrerà nel 2024 dopo un lungo stop, Djokovic continua la sua scalata per affermarsi agli occhi di tutti come il migliore di sempre. Nel mirino, ora, il numero di trofei vinti: con 98 titoli, sopra di lui solo Federer (103) e Connors (109).