Arrivano segnali incoraggianti dall’ospedale Careggi di Firenze, dove nella serata di ieri, primo dicembre, è stato ricoverato il centrocampista della Fiorentina Edoardo Bove a seguito di un arresto cardiaco durante la partita contro l’Inter. Dopo aver passato la notte in sedazione farmacologica nel reparto di terapia intensiva, stamattina è stato estubato, ha ripreso conoscenza e risponde alle domande. Già nella serata di ieri un comunicato diffuso dalla Fiorentina e dall’ospedale aveva escluso danni cardiologici e neurologici. Nella giornata di oggi sono attesi ulteriori aggiornamenti, ma è già stato dichiarato che non è in pericolo di vita.

I precedenti – Quello del 22enne è solo l’ultimo di svariati malori avvertiti sul rettangolo verde: l’ultimo e meno grave è stato quello del suo ex compagno di squadra Evan Ndicka, che nella scorsa stagione durante la partita contro l’Udinese aveva accusato un trauma toracico con minimo pneumatorace (il polmone inizia a “sgonfiarsi” e la gabbia toracica si riempie d’aria, provocando forte dolore).
Il caso rimasto più impresso nella mente di tutti, tifosi e non, è quello di Piermario Morosini, che nel 2012, dopo un malore accusato durante una partita di Serie B tra Livorno e Pescara, si accasciò a terra e morì poco dopo. Si scoprì poi che Morosini soffriva di una cardiomiopatia aritmogena, una malattia cardiaca rara e difficile da diagnosticare.
Ieri, mentre si aspettavano notizie sulle condizioni di Bove, la mente di molti spettatori è tornata al 2018 e alla morte di Davide Astori. Pur non essendo successo durante una partita, il decesso del capitano della Fiorentina in un hotel durante una trasferta ad Udine era stato un evento scioccante per tutto il mondo del calcio. La causa fu un’aritmia ventricolare maligna dovuta a una grave patologia cardiaca che non gli era mai stata diagnosticata.

Il caso Eriksen – La situazione più simile a quella di Bove è il caso di Christian Eriksen, ex centrocampista dell’Inter. Il danese era stato colpito da un arresto cardiaco durante la prima partita dell’Europeo 2021. Per tornare a giocare ha avuto bisogno di un defibrillatore sottocutaneo e questo ha spento le speranze di un possibile ritorno in campo in Italia, con la conclusione della sua avventura con la maglia dell’Inter e il suo successivo ritorno in Premier League con la maglia del Brentford. Dopo la tragedia di Morosini, le regole sui problemi cardiaci sono state rese molto stringenti. I calciatori infatti, non possono giocare con un Icd (defibrillatore cardiaco impiantabile), in base a quanto stabilito dal Comitato Organizzativo Cardiologico per l’idoneità allo Sport nel 2017 attraverso l’aggiornamento dei Protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico. 

 «Forza Edoardo, Firenze è con te» – Intanto, il mondo del calcio continua ad esprimere vicinanza a lui e alla sua famiglia. I suoi compagni di squadra sono andati a trovarlo prima dell’allenamento pomeridiano. «Forza Edoardo, Firenze è con te» recita lo striscione della curva Fiesole fuori dall’ospedale Careggi. Tra i messaggi sui social, quello l’allenatore del Milan Paulo Fonseca, che ha postato su Instagram una sua foto mentre saluta Bove. Era stato proprio l’allenatore portoghese a farlo esordire in Serie A quando allenava la Roma. Anche Nicola Zalewski ha dedicato una storia a Bove su Instagram, con una foto in cui esultano insieme da bambini. I due sono cresciuti insieme nel settore giovanile della Roma, oltre ad aver giocato insieme anche in prima squadra: «Forza amico mio», scrive il polacco.