Undicesima giornata di Serie A, Hellas Verona contro Brescia, intorno al 55esimo minuto. Mario Balotelli, sotto la curva avversaria, prende il pallone in mano e lo calcia contro un punto ben preciso della tifoseria scaligera: da lì giura di aver sentito cori razzisti. Si blocca, si dirige verso gli spogliatoi, minaccia di abbandonare la partita. Saranno i compagni a convincerlo, assieme agli avversari del Verona, a restare in campo, mentre lo speaker annuncia la sospensione della gara e intima un cessate i cori. La partita, dopo uno stop di quattro minuti, riprende e finisce con un 2-1 per il Verona. Quei quattro minuti di sospensione sono già diventati un caso. Mentre in molti si mostrano solidali a Balotelli, sono altrettanti quelli che negano che sia successo qualcosa: in primis l’allenatore Ivan Juric e il presidente del Verona, Maurizio Setti. C’è poi chi riconosce che anche se forse qualcosa alle orecchie di Balotelli in effetti è arrivato, minizza: è folklore da stadio.

Chi nega – «Si tratta solo di folkore», dice Lucas Castellini, capo degli ultras veronesi, aggiungendo che, per di più, «anche noi abbiamo un negro in squadra e quando segna gli battiamo le mani». Precisando poi che, in ogni caso, «Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza ma non potrà mai essere del tutto italiano». Poi c’è chi invece nega del tutto. «Oggi (domenica ndrnon c’era nessun ululato razzista. Grandi fischi e sfottò nei confronti di un grande giocatore, ma nient’altro», ha commentato ai microfoni di Sky Sport Ivan Juric, allenatore del Verona, dopo la partita. A fargli eco il presidente della squadra Maurizio Setti: «Non abbiamo sentito nulla. La nostra curva è ironica, ma non è razzista. Stiamo ingigantendo qualcosa, oggi a Verona non è successo nulla». Entrambi giurano: se fosse successo qualcosa di grave, saremmo i primi a denunciarlo. Più netto ancora il sindaco di Verona Federico Sboarina che dice: «Io non ho sentito alcun insulto». E aggiunge: «Balotelli ha avviato una gogna mediatica su una tifoseria e su una città. Condanno il razzismo ma anche chi strumentalmente costruisce una falsa immagine di Verona e dei suoi tifosi».

Cosa succede adesso-  A decidere cosa sia effettivamente successo però sarà il giudice sportivo Gerardo Mastandrea, sul cui tavolo da stamattina è arrivato anche il rapporto del collaboratore federale piazzato sotto la curva veronese che annuncia che sì, i cori ci sono stati ma «erano solo una quindicina, oltretutto dalla stessa curva è partito anche qualche applauso per Balotelli» come riporta la Gazzetta dello Sport. Proprio questo potrebbe essere decisivo per decidere se, e come, punire quanto successo. L’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva stabilisce infatti che le società sportiva vengono ritenute responsabili di eventuali manifestazioni di odio razziale qualora i cori, le grida e ogni altra manifestazione “siano, per dimensione e percezione, reale espressione di discriminazione”.

Gli ululati e Balotteli – I rapporti tra la tifoseria veronese e quella bresciana, da tempo segnati da rivalità, già in passato sono sfociati in episodi razzisti e di discriminazione territoriale. Proprio questi sarebbero stati la miccia che ha infastidito ieri Balotelli al punto di fargli decidere di chiedere all’arbitro Maurizio Mariani di interrompere la partita. La richiesta è stata accolta, mentre quasi tutto lo stadio mostrava supporto a Super Mario chiedendogli di tornare in campo e incoraggiandolo a suon di “Mario, Mario”. Adesso bisogna capire se effettivamente quel che è successo è identificabile come manifestazione di odio razziale.

Il post su Instagram – Subito dopo la partita, Balotelli ha postato sul suo profilo Instagram un video con giovani africani che lo supportano, assieme agli hashtag #Love e #Basta. Molti i commenti di solidarietà sotto il post, di tifosi, calciatori e altri personaggi. Nel filmato Adriano Nuzzo, fondatore dell’associazione We Africa to Red Earth dice «ll razzismo è solo solo ignoranza, ce ne sono tanti purtroppo di ignoranti, ma noi siamo qui per dirti che siamo tutti con te, che sei un campione e ti vogliamo bene».

Balotelli e gli episodi del 2009- Ciò che è accaduto domenica, se confermato dai giudici, per Balotelli non sarebbe certo la prima volta. Era il 2009, indossava ancora la maglia dell’Inter, quando il Gruppo antirazzista EveryOne denunciava i toni pesanti con cui alcune tifoserie erano solite riferirsi a lui su blog calcistici e piattaforme simili. Un commento su tutti, quello sulla relazione di Balotelli e della velina Costanza Caracciolo: «Mi vengono i conati quando si vede un negro abbracciato ad una bianca». Dello stesso anno i fatti di Ponte Milvio, dove un gruppo della tifoseria romana lanciò al calciatore un grappolo di banane, e la partita Inter-Juve passata alla storia proprio per i cori rivolti a Balotelli, che costò ai nerazzurri una partita a porte chiuse come sanzione.