La partecipazione dell’Italia ai Mondiali di calcio passa da uno spareggio. Mai cosi in bilico da 20 anni esatti. Allora c’era la Russia sulla strada per Francia ’98, questa volta c’è la Svezia tra noi e Russia 2018. Un cerchio perfetto, soprattutto per Gigi Buffon, che il 29 ottobre 1997 a Mosca fece il suo debutto in azzurro. Contro gli svedesi – venerdì 10 novembre l’andata, lunedì 13 il ritorno – il portiere della Juventus proverà a strappare il biglietto per un ultimo ballo nella coppa più importante, a chiusura di  una carriera già leggendaria.

Verso un cambio di modulo – Il girone di qualificazione dell’Italia di Gian Piero Ventura è stato un lungo e dignitoso testa a testa sul filo della differenza reti contro la Spagna, prima del crollo del Bernabeu (sconfitta per  0-3) e le difficoltose ultime tre partite contro Israele, Macedonia e Albania (due vittorie per 1-0 con in mezzo un pari per 1-1). Proprio contro la Nazionale iberica vennero messi a nudo tutti i difetti del 4-2-4: Bonucci in imbarazzo – così come nel Milan – da centrale di una difesa a 4, il duo di centrocampo De RossiVerratti costretto a coprire troppo campo, senza le qualità atletiche per poterlo fare, e Insigne poco a suo agio in posizione così defilata. A tre giorni dalla gara d’andata, che si giocherà alla Friends Arena di Solna, lo schieramento più probabile sembra essere il  3-5-2, con Candreva e Darmian sulle fasce, Parolo ad aiutare De Rossi e Verratti in mezzo e solo un altro attaccante ad accompagnare Immobile: Insigne, Belotti – da poco tornato dall’infortunio al ginocchio – o Zaza, che ha reso inevitabile la convocazione dopo i 9 gol già segnati nel campionato spagnolo (solo Messi meglio di lui).

Attenti a Forsberg – Recente l’ultimo confronto tra Italia e Svezia. Nella seconda partita del girone degli Europei in Francia dell’estate 2016, gli Azzurri di Antonio Conte superarono gli scandinavi per 1-0, grazie alla rete nei minuti finali di Eder. I nostri avversari erano allenati da Erik Hamrén, sostituito al termine della competizione dall’attuale ct Jan Andersson, e in campo potevano contare sulle magie di Ibrahimovic. Dopo l’addio alla maglia del suo Paese dell’attaccante del Manchester United, l’uomo più temibile è diventato l’esterno di centrocampo Emil Forsberg, 25enne del Lipsia, un’autentica macchina da assist: nello scorso campionato tedesco furono addirittura 22. È uno dei pochi elementi di fantasia di una formazione che solitamente si schiera con un solido 4-4-2: in attacco dovrebbero esserci Ola Toivonen del Tolosa e Marcus Berg dell’Al-Ain, squadra degli Emirati Arabi Uniti. Guai a sottovalutarli, però: nel loro girone sono arrivati alle spalle solo della Francia (che in casa hanno anche battuto) e l’hanno spuntata sull’Olanda grazie a una differenza reti nettamente migliore.