La prima Juventus di Maurizio Sarri è Campione d’inverno. Con la vittoria esterna sulla Roma, la Vecchia Signora mette la testa davanti al fotofinish del girone d’andata della Serie A. Bruciata l’Inter dell’ex condottiero bianconero Antonio Conte, fermata sul pareggio e al secondo posto da un’Atalanta che oramai più che sorpresa è una solida realtà, una delle poche di un campionato che continua a essere la Cenerentola europea per appeal. La terza posizione è della Lazio, un gradino sopra i bergamaschi e i giallorossi di Fonseca. La formazione di Simone Inzaghi è stata l’unica in grado di battere i Campioni d’Italia in carica in questo girone d’andata. Un dettaglio che, insieme al successo in Supercoppa sempre ai danni della Juventus, certifica come la faccenda scudetto non sarà una cosa solo tra bianconeri e nerazzurri.
Dipendenza CR7 – Nonostante la scaramanzia degli allenatori, il «titolo» d’inverno resta un indicatore piuttosto affidabile delle sorti di una stagione. Solo due volte è andato a una squadra che poi non ha vinto il campionato. E entrambi i casi si è trattato del Napoli di quello stesso Maurizio Sarri che ora, dopo la vittoria di Roma, si tocca lì per scaramanzia e dice che «le statistiche contano fino a un certo punto». La prima parte della stagione si chiude con un bilancio di 15 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta. Il tecnico toscano non ha tra le mani né l’attacco, né la difesa migliori, ma può contare su un Cristiano Ronaldo da 14 gol. CR7 è in grande ripresa dopo un periodo di appannamento che aveva fatto gridare alla fine dei suoi giorni migliori. Un po’ come tutta la Juve, protagonista di qualche sbandamento, soprattutto in Champions League, che aveva fatto mugugnare i tifosi. Una coincidenza sintomo di come le prestazioni della squadra ruotino ormai attorno alla forma del fuoriclasse portoghese.
Panchina corta – Mentre in casa Juventus Sarri cerca la ricetta per guarire dalla CR7 dipendenza, l’Inter di Antonio Conte guarda al mercato di riparazione per risolvere il suo guaio principale: la panchina corta. L’allenatore salentino è riuscito a trasmettere il suo calcio aggressivo alle truppe nerazzurre e la strana coppia Lukaku-Martinez sta regalando grandi soddisfazioni e reti: più di metà dei gol complessivi dell’Inter (40) arriva dai loro piedi (24). Lo schiacciasassi di Conte però si è inceppato a causa degli infortuni, soprattutto a centrocampo. Senza Sensi e Barella, altri due colpi di mercato insieme alla punta belga, la squadra ha dato l’impressione di non girare alla stessa maniera dell’inizio del campionato. L’allenatore chiede rinforzi per non arrancare in futuro e riuscire a spodestare Cr7 e Juve, magari prendendosi la rivincita nello scontro diretto di inizio marzo.

L’arma in più della Lazio: Ciro Immobile, capocannoniere del campionato con 20 gol (Ansa/Riccardo Antimiani)
Le inseguitrici – Se c’è qualcuno da cui imparare in materia di scontri diretti con la Juventus, quella è la Lazio del bomber Ciro Immobile. I due successi di questi mesi, insieme a un filotto record di 10 vittorie consecutive, fanno dei biancocelesti dei seri pretendenti allo scudetto. Una soddisfazione per Simone Inzaghi, incerto della riconferma sulla panchina la scorsa estate e in discussione in avvio di campionato. Anche in questa stagione si sta riconfermando ad alti livelli l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, la squadra più prolifica della Serie A (49 gol) che cambia pelle e giocatori, ma non mentalità. I bergamaschi non guardano in faccia nessuno, su ogni campo impongono il loro gioco: vedere il secondo tempo contro l’Inter per credere, senza dimenticare la storica qualificazione agli ottavi di Champions League, . A pari punti (35) con l’Atalanta, una Roma poco brillante. Dopo le vacanze natalizie, sono arrivate due sconfitte. Per tenere il ritmo di testa, serve maggiore costanza.

Rino Gattuso è subentrato a Carlo Ancelotti alla guida del Napoli da inizio dicembre 2019 (Epa/Cesare Abbate)
Le non pervenute – Il ritmo non lo hanno mai trovato le big non pervenute. Milan e Napoli sono in crisi d’identità e di classifica. Sul fronte azzurri nemmeno lo scossone arrivato con l’esonero di Carlo Ancelotti, forse al primo vero fallimento della sua carriera, e l’arrivo di Rino Gattuso, è riuscito a riaccendere la luce. L’impressione è che si sia esaurito il ciclo legato ad alcuni giocatori simbolo delle ultime stagioni, su tutti Insigne e Mertens. La soluzione a breve termine per risollevarsi in classifica potrebbe arrivare dal mercato. Lo stesso vale per il Milan, sempre più disorientato sulla strada del desiderato ritorno agli antichi fasti. I rossoneri iniziano a beneficiare già dell’effetto Ibrahimovic, tornato per aiutare le causa. Resta da verificare cosa accadrà quando l’entusiasmo per l’arrivo dello svedese si sarà esaurito.

Ivan Juric festeggia dopo la vittoria del suo Verona contro il Genoa (Ansa/Emanuele Pennacchio)
Sorprese di provincia – Da evidenziare, in questa girone d’andata, i percorsi di due provinciali in particolare: Cagliari e Verona. Nonostante l’ultimo mese da dimenticare (quattro sconfitte e un pari), i sardi sono stati protagonisti di una prima parte di stagione davvero da urlo e restano in zona Europa League. Una qualificazione che, se arrivasse, sarebbe il regalo più bello per il 50° anniversario del suo unico scudetto. I gialloblu, che hanno scalato la classifica senza far rumore dopo la risalita dalla B, sono poco più giù. Grazie ad una difesa rocciosa, la quarta migliore del campionato, la squadra di Juric si è allontanata dalla bagarre salvezza e può sognare. Nella lotta per non retrocedere potrebbero restare coinvolte fino alla fine le altre due neopromosse, il Brescia di Balotelli e il Lecce, insieme alle genovesi, Sassuolo e Spal.