Cinquanta persone arrestate e quasi 80 indagate per aver truccato le partite di Lega Pro e Serie D con l’aggravante di aver favorito una cosca della ‘ndrangheta. E’ questo il risultato dell’operazione di Polizia iniziata all’alba di martedì 19 maggio a seguito dell’indagine della Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Catanzaro e che promette di sconvolgere gli assetti dei campionati a venire.
Le mille e duecento pagine del provvedimento denominato ‘Dirty Soccer’ hanno portato a perquisizioni e arresti in 21 province italiane, da Trento ad Agrigento, e in dieci regioni, dalla Lombardia alla Calabria passando per Marche, Toscana e Abruzzo, in cui venivano manipolate le partite delle serie minori di calcio. Tra i cinquanta fermi ci sono presidenti, allenatori, manager, calciatori, imprenditori italiani e stranieri e persino “magazzinieri” delle società calcistiche coinvolte. Ma anche un carabiniere e un membro del clan Iannazzo, potente cosca ‘ndranghetista di Lamezia Terme (Ct). Tutti insieme avevano formato una fitta rete che aveva il potere di combinare le partite, alterarne i risultati, e investire il denaro nei circuiti illegali delle scommesse, in Italia e in diversi Paesi esteri. Infatti l’accusa dei magistrati è quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose (in particolare la Dda parla di ‘ndrangheta).
Tra i dirigenti arrestati, spicca il nome dell’ex direttore generale del Monza Calcio Mauro Ulizio, oggi dirigente della Pro Patria, e l’attuale direttore sportivo monzese Gianni Califano. Nel frattempo, il procuratore federale della Federazione Generale Giuoco Calcio (Figc) Stefano Palazzi ha contattato la Dda di Catanzato per avere informazioni circa l’inchiesta, che lo stesso Palazzi ha definito “un’operazione per disinquinare il mondo del calcio”. Di “cosa gravissima” e di “notizia che è un incubo per noi e la società” ha parlato il vice presidente dell’Aquila Massimo Mancini, la cui società risulta coinvolta in ‘Dirty Soccer” con il fermo del responsabile dell’area tecnica, Ercole di Nicola. “Non sapevamo nulla, aspettiamo di capire di più: non dovevamo neppure essere sfiorati da questa vicenda per i sacrifici fatti e per la nostra onestà, insomma queste situazioni non ci appartengono, in tal senso, siamo fuori da questo mondo del calcio”, ha spiegato Mancini, che ha chiesto di “fare piazza pulita, siamo i primi a chiedere chiarezza e che si volti pagina”.
La trentina di squadre coinvolte nell’inchiesta della Dda sono quasi tutte della Lega Pro, mentre gli incontri truccati, nei due campionati, sarebbero decine. I club coinvolti farebbero parte di tutti e tre i gironi della Lega Pro e alcuni sarebbero persino impegnati nei playoff per la promozione in serie B e nei playout per rimanere nella categoria anche il prossimo anno. Tra le partite contestate dalla Procura di Catanzaro ci sarebbero quelle disputate da Andria, Pomigliano, Grosseto, Savona, Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lametia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas e San Severo.
Chiara Baldi