Si è conclusa amaramente la parentesi Champions per i nerazzurri. Il quarto posto del girone B, arrivato dopo il pareggio a San Siro con lo Shakhtar Donetsk nell’incontro finale della fase a gironi, ha escluso anche l’ipotesi Europa League. Il risultato è lo stesso della gara di andata del 27 ottobre, uno zero a zero che interrompe l’avventura europea interista e scontenta un po’ tutti. Non c’è stata ancora una volta l’intesa della coppia in attacco Lukaku-Lautaro, che dopo le meraviglie dell’anno scorso, continua a faticare dall’inizio di questa stagione, nonostante l’ottima media gol a partita individuale di entrambi i bomber. Ma soprattutto è mancato il sangue freddo in fase di finalizzazione.

Sprechi – Tante le occasioni sprecate e tanta anche la sfortuna. Si conferma infatti per l’Inter la maledizione delle traverse contro lo Shakthar, contro cui la squadra ne ha colpite ben tre in due partite. Come quella di Martinez al sesto minuto della gara di ritorno, che avrebbe potuto sbloccare sin da subito la situazione. Clamorosa anche l’occasione che ha visto Lukaku protagonista in negativo, suo malgrado, con il colpo di testa di Sanchez a botta sicura che si è infranto sulla fronte del gigante belga a portiere battuto. Non è arrivato il gol, dunque. Quel singolo gol che avrebbe fatto una differenza enorme, ribaltando completamente la situazione del girone, visto che da Madrid è arrivato il risultato sperato con la sconfitta del Borussia M’gladbach. Sarebbero bastati i tre punti per conquistare il secondo posto e il passaggio alla fase finale del torneo.

Conte Inter Champions League eliminazione Shakhtar

il ct nerazzurro Antonio Conte durante la gara di ritorno in Champions con lo Shakthar (Ansa)

Nervosismo – Lo scontento generale non ha tardato ad arrivare e sono affiorati momenti di nervosismo anche in campo, con il gestaccio di Lautaro rivolto ad Antonio Conte al momento della sostituzione a cinque minuti dalla fine. A seguito della mancata qualificazione, il ct è finito al centro delle critiche dei tifosi per la prestazione sottotono della squadra e la scarsa cattiveria sotto porta. «Noi poco cattivi – ha ribattuto Conte a fine partita – La squadra ha messo tutto quello che aveva, in due partite dominate con lo Shakhtar in 180’ abbiamo fatto zero gol, il loro portiere sia all’andata che al ritorno è stato il migliore». Il mister ha inoltre sottolineato come la squadra ucraina e tante altre prima di lei, abbia del tutto stravolto il suo stile di gioco per adattarsi all’Inter in entrambe le gare, pur di contenere gli schemi nerazzurri. Segno del fatto che i problemi non possano essere individuati nel sistema di gioco tattico. In seguito, Conte ha sollevato alcune polemiche, parlando di arbitraggi sfavorevoli durante la competizione: «È in tutta la Champions non siamo stati fortunati con arbitri e Var. Mi sembra che l’Inter non sia stata rispettata nel girone, con tante situazioni da rivedere». Se non altro ora la squadra potrà concentrarsi sull’unico obbiettivo stagionale rimasto, ovvero quello dello scudetto, divenuto ormai fondamentale per il futuro della panchina di Conte dopo gli ultimi risultati deludenti.

atalanta ajax Champions League Muriel qualificazione ottavi

Muriel festeggia il gol all’Ajax che vale la qualificazione agli ottavi di Champions (ANSA)

Festeggiamenti – Gioisce invece l’Atalanta dopo la vittoria nella gara di ritorno contro l’Ajax, che festeggia la qualificazione agli ottavi di finale per il secondo anno consecutivo. Con l’1-0 firmato Muriel, rifilato in quest’ultima partita del girone, ha di fatto eliminato i rivali diretti olandesi, piazzandosi al secondo posto alle spalle del Liverpool e centrando un obbiettivo importante. Il team bergamasco va così ad aggiungersi a Juve e Lazio, portando a tre il numero di italiane qualificate alla fase finale del torneo di quest’anno. Un clima gioioso, però, turbato di recente dalle voci di corridoio sul presunto litigio tra il tecnico neroblu e il Papu Gomez, che potrebbero addirittura portare alle dimissioni. Nel post-partita Gasperini ha risposto dribblando le domande dei giornalisti: «Chiarire la situazione? Io non posso chiarire le voci al telefono e non posso rispondere a chi non ha volto né firma».