Carlos Izquierdoz, difensore del Boca e autore dell’autogol decisivo, durante un contrasto di gioco

 

È stata definita la partita del secolo. In America latina, in questi giorni, è quasi impossibile parlare di altro. Alla Bombonera di Buenos Aires il Boca Juniors ha ospitato gli eterni avversari del River Plate nel primo atto della finale di Copa Libertadores, il derby sudamericano che negli anni ha appassionato tutto il mondo. Il match, dopo il rinvio di 23 ore per le condizioni meteo, è finito 2-2 tra le lacrime e le urla dei tifosi. Dal primo “Clasico” disputato nel 1908 e il successivo “spareggio” per decidere chi avrebbe dovuto abbandonare il quartiere di Buenos Aires dove entrambi i club furono fondati, ogni sfida tra le due squadre argentine spacca il paese a metà e conquista i calciofili. I giocatori del Boca, chiamati Xeneizes perché i primi atleti provenivano da Genova, erano storicamente la squadra popolare, i Rivers, invece, soprannominati Millonarios, rappresentavano le classi agiate.

La partita- Al fischio d’inizio la tensione è palpabile, non solo sugli spalti ma, è facile immginarlo, in ogni casa argentina. La rivalità tra le due squadre si alimenta da 110 anni sviluppandosi di pari passo con le vicende storiche del Paese e di un popolo abituato a vivere il calcio in modo viscerale. Guillermo Schelotto, il tecnico degli Xeneizes, schiera un 4-3-3 e decide di affiancare Villa Cano e Pavón ad Abila. Los Millonarios, invece, si piazza con un 3-5-2 puntando sulle ripartenze. Il Boca aggredisce la partita, ma sembra vittima della tensione. Il River, pur non giocando in casa, parte più lucido. Le rispettive tifoserie, dopo gli scontri delle ultime settimane, sono separate da un cancello di metallo: gli Xeneizes siedono sugli spalti, i los Millonarios occupano le strade del cuore di La Boca. I cori dei diecimila tifosi del River, mischiati agli insulti contro i Bosteros (l’epipeto dispregiativo con cui il River chiama i rivali), arrivano comunque fino in campo. Gli incoraggiamenti dei cinquantamila tifosi gialloblù del Boca dominano invece il catino dello stadio. Al ‘34 arriva il gol di Abila: va in area e calcia due volte, alla seconda Armani cede. Il River risponde subito: al ’36 Pratto fulmina Rossi. Il “Superclasico” esplode e da lì è battaglia su ogni pallone. Santos Borré si divora un gol e al ’46 il Boca passa in vantaggio con Benedetto. Il River si riorganizza durante l’intervallo e rientra in campo pronto a dare battaglia. La tifoseria degli Xeneizes salta sempre di più e gli spogliatoi degli avversari, subito sotto la curva, si riempiono di polvere che cade dal soffitto scosso dai colpi. Al ’61 arriva lo sciagurato autogol di Izquierdoz. che rilancia i Los Millonarios. Il Boca non si arrende e al ‘90 tenta il tutto per tutto con Tevez, ma Armani lo blocca.

La finalissima- Il derby più caldo e sentito nel mondo, al pari, per intenderci, degli scontri tra Inter e Milan o tra Roma e Lazio, si conclude con un pareggio. Massimo Callegari, telecronista della partita per Dazn insieme a Stefano Borghi, ha esaltato “l’intensità ma anche le qualità individuali e collettive” . La sfida è ancora aperta e ogni decisione viene rimandata alla partita di ritorno, in programma tra due settimane al Monumental. Il conto alla rovescia per lo storico “Superclasico” argentino che assegnerà la 59ª Coppa Libertadores è, quindi, quasi giunto al termine. Il Boca potrebbe conquistare per la settima volta la coppa arrivando a pari merito con l’ Independiente, il River, invece, potrebbe salire per la quarta volta sul podio.